Una relazione stilata con l'intento di scagionare due colleghi, una multa per eccesso di velocità da cancellare, il sequestro di uno scooter al figlio di un sovrintendente non effettuato. Sono le accuse che la procura marsalese ha rivolto a otto cariche pubbliche. Tra di loro un dirigente della prefettura di Palermo e un dirigente della polstrada di Trapani
Marsala, false testimonianze e verbali annullati Indagati 5 poliziotti, due carabinieri e un funzionario
Una relazione falsa per scagionare due colleghi, una multa per eccesso di velocità da annullare, il sequestro di uno scooter non effettuato. Otto cariche pubbliche sono accusate di falso materiale e ideologico in atto pubblico, falsa testimonianza, calunnia, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio, truffa, abuso d’ufficio e false informazioni. Destinatari del provvedimento della procura di Marsala sono cinque poliziotti, due carabinieri e un funzionario della prefettura di Palermo. Le indagini della guardia di finanza sono coordinate dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito.
A ricevere l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono Raffaele Chiarello (60 anni, dirigente dell’area III della prefettura di Palermo), Nicolò D’Angelo (50 anni, vicequestore e dirigente della polstrada di Trapani), Carlo Nicotri (31 anni, commissario capo, ex dirigente del commissariato di polizia Mazara del Vallo poi trasferito alla questura di Palermo), i sovrintendenti di polizia Antonio Sorrentino (53enne) e Vito Pecoraro (54enne) e l’assistente Vincenzo Dominici (46 anni), tutti fino a poco tempo fa in servizio al commissariato di Mazara e adesso trasferiti in Calabria; infine i carabinieri Andrea Volpe (45 anni) e Salvatore Buscemi (36 anni), anche loro in servizio a Mazara.
Secondo gli inquirenti quelle commesse dagli otto sarebbero diverse violazioni. La vicenda parte da un altro procedimento che vede imputati Pecoraro e Dominici per omissione d’atti d’ufficio e falso dal tribunale di Marsala. Il collega Sorrentino, in questa occasione, avrebbe redatto una relazione di servizio al fine di scagionare i due. Dalle intercettazioni disposte per il caso, sarebbe anche emerso che Nicotri chiese aiuto al vice questore D’Angelo. Motivo: annullare una multa per eccesso di velocità elevata dai vigili urbani di Palermo. Secondo la versione concordata, Nicotri dichiarò di aver superato i limiti per ragioni di servizio. Ma l’accusa sostiene che il commissario era libero dal servizio e quindi avrebbe dichiarato il falso. I due carabinieri, infine, devono rispondere di abuso d’ufficio e falso ideologico: non avrebbero multato e sequestrato lo scooter al figlio del sovrintendente Sorrentino che guidava senza casco.
Aggiornamento
Con due successive sentenze, datate 2018 e 2019, Carlo Nicotri (all’epoca dei fatti dirigente del commissariato di polizia Mazara del Vallo) è stato assolto con formula piena.