Mare inquinato a San Leone, a Realmonte, a Giallonardo, a Siculiana Marina. E anche Sciacca…

di Salvatore Petrotto

Nell’Agrigentino il ‘Festival’ delle fogne e dei depuratori che non funzionano.

Da Sciacca ad Agrigento, passando per Siculiana e Realmonte, fioccano i divieti di balneazione disposti dai rispettivi Sindaci. Fogne che scaricano in mare di qua, fogne che scaricano in mare di là. E i depuratori? Buona notte…

La Procura della Repubblica ed il Tribunale di Agrigento già a luglio avevano provveduto a sequestrare due condotte fognarie nel litorale di San Leone che scaricavano il liquami della Città dei Templi, direttamente sulla battigia.Così si è dato il via all’inchiesta a carico dell’ex amministratore delegato di Girgenti Acque, la società privata che gestisce, dal 2007, il servizio idrico integrato nell’Agrigentino.

Si tratta del catanese Giuseppe Giuffrida, reo di avere rassicurato per anni che la situazione del mare agrigentino era sotto controllo!

Il Sindaco, Marco Zambuto, prima ha disposto il divieto di balneazione del mare agrigentino (leggere un tratto della costa di San Leone) e poi l’ha, quasi inspiegabilmente, revocato; forse per fare cosa gradita ai ristoratori ed agli albergatori.

Anche se quei due grossi tubi colabrodo che giacciono in fondo al mare, sequestrati dal Tribunale di Agrigento. della lunghezza di oltre un chilometro, continuano ad inquinare, come documentato da immagini e servizi giornalistici che impazzano nel web.

Cosicché su facebook, nei vari blog, quali Agrigento Punto e a Capo o quello dell’Associazione Mareamico, per tutta l’estate sono stati lanciati dei quotidiani SOS- mare inquinato, anche per capire dove poter fare un tuffo in mare, senza correre il rischio di contrarre delle pericolose infezioni.

Persino RAI 1 si è dovuta interessare della grave situazione ambientale delle coste agrigentine, nel corso della trasmissione pomeridiana l’Estate in Diretta, andata in onda lunedì 19 agosto.

Ma la merda non si è mica fermata nel litorale di Agrigento. Purtroppo i liquami fognari sono stati riversati un po’ ovunque a macchia d’olio, specie laddove gestisce gli impianti fognari Girgenti Acque. In pieno Ferragosto il Sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola, quello di Realmonte, Pietro Puccio e quella di Siculiana, Mariella Bruno, hanno dovuto disporre il divieto di balneazione per chilometri di spiagge.

Hanno dovuto cioè salvaguardare la salute pubblica, semplicemente prendendo atto dello stato di inquinamento dei mari che bagnano i comuni che amministrano, a seguito delle analisi di laboratorio delle rispettive Aziende Sanitarie Locali.

Ma non bisogna per forza di cose essere analisti per rendersi conto della disastrosa situazione ambientale causata da chi dovrebbe depurare i liquami fognari, ma non lo fa! Dalla spiaggia di San Leone ci siamo spostati verso quella di Realmonte, poi a Giallonardo, e ancora più avanti verso Siculiana Marina. Vi assicuriamo che lo spettacolo, a livello visivo ed olfattivo, è stato veramente stomachevole!

Centinaia di tondini di quell’inequivocabile colore marrone, di stronzi cioè, quelli veri, galleggiavano e continuano a galleggiare in maniera assai visibile, all’interno di immense chiazze di feci semiliquefatte! Ma per quegli altri stronzi, quelli che hanno causato questi disastri, per fortuna, ci sta pensando la Magistratura, dopo che intere comunità locali si sono ribellate firmando e presentando petizioni e denunce penali, sia presso la Procura della Repubblica di Sciacca che in quella di Agrigento.

Anche perché, proprio quell’amministratore delegato di Girgenti Acque, sotto inchiesta per l’inquinamento provocato e per disastro ambientale, ci ha rassicurato, sino allo scorso anno, che il mare agrigentino era talmente pulito che si poteva bere!

Tant’è che è rimasta proverbiale una sua nuotata, risalente all’estate del 2009, nel litorale Sanleonino, assieme al sindaco Marco Zambuto ed al noto ambientalista agrigentino, Giuseppe Arnone. I tre tentarono allora di dimostrare che era tutto a posto.

Anzi, è rimasta scolpita nelle menti di tutti gli agrigentini, l’immagine di Giuseppe Arnone, mentre beveva un bicchiere di mare, per dimostrare che l’acqua era cristallina! Chissà se allora i tre hanno solo assaporato il sapore di sale ed il sapore di mare!

Che il mare di Agrigento debba per forza essere inquinato è scontato. Come può essere mai pulita l’acqua in una città di 60 mila abitanti e che d’estate accoglie anche decine di migliaia di turisti e visitatori, fornita di un solo mini depuratore, peraltro mal funzionante, quello di Villaggio Mosé, sufficiente a smaltire i reflui fognari di qualche migliaio di cittadini?

Quando poi il gestore privato risparmia persino sui costi della riparazione delle condotte fognarie sottomarine, ma pretende di applicare le tariffe idriche che sono le più care d’Italia. Quando si assumono centinaia di giovani disoccupati, segnalati anche dai responsabili degli organi di controllo. Quando si utilizza tale personale per altri scopi, in aziende private che nulla hanno a che fare con la gestione di acque e fognature, ma si pagano i loro stipendi attraverso le bollette idriche che ci impongono la seguente tariffa: 3 euro e 30 centesimi per ogni metro cubo d’acqua (si fa per dire acqua!) .

Si può continuare con i quando:

quando si accumulano 45 milioni di euro di debiti, inquinando i mari e mandando nelle case della disgustosa ed imbevibile acqua dissalata, proveniente dal dissalatore di Gela, la città del Presidente della Regione, Rosario Crocetta;

quando il presidente e maggiore azionista sempre di Girgenti Acque, l’imprenditore agrigentino Marco Campione, viene condannato con sentenza definitiva, dalla Suprema Corte di Cassazione, per truffa e falso ai danni dello Stato; quando 19 Sindaci, a luglio dello scorso anno, denunciano anche alla Procura della Repubblica di Agrigento ed al Ministro dell’Interno, assieme a tante altre illegalità perpetrate da Girgenti Acque, delle possibili infiltrazioni mafiose dentro Girgenti Acque, indicando due società, una campana ed una sarda che facevano parte della compagine sociale ed alle quali è stata negata la certificazione antimafia;

quando tutte queste cose che vi ho detto, e tanto altro ancora, le denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento, anche l’ultimo amministratore delegato, proprio di Girgenti Acque, Carmelo Salamone, che a giugno scorso ha sbattuto la porta in faccia a questa società privata che ha garantito lo sfascio ed i disastri ambientali ed economici fin qui descritti;

quando la misura è colma e le illegalità commesse sono tante quante gli stronzi che galleggiano nel mare di Agrigento, assieme agli stronzi in carne ed ossa che tutti questi disastri hanno provocato.

Sono in tanti a chiedersi: che cosa si aspetta a rescindere il trentennale contratto che lega i Comuni agrigentini a questi delinquenti considerati tali anche da parte della Magistratura con tanto di sentenza definitiva? Se non ora quando?

E quando parliamo di furbi ci riferiamo proprio al presidente e legale rappresentante (si fa per dire!) ed azionista di maggioranza di Girgenti Acque, Marco Campione che come detto è stato condannato, in via definitiva, per falso e truffa ai danni dello stato per la vicenda-ospedale di Agrigento!

Ai Sindaci che hanno consegnato le reti idriche e fognarie a Girgenti Acque, al Presidente della Regione, Rosario Crocetta ed all’assessore regionale per i Servizi di pubblica utilità, Nicolò Marino, l’ardua sentenza!


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