Marcia per l’indipendenza siciliana: la parola ai giovani

CARLO BONACCORSO, CLASSE 1985, SPIEGA PERCHE’ ANCHE PER I GIOVANI COME LUI L’INDIPENDENZA, SICILIANA E’ L’UNICA CHANCE

Fervono i preparativi per la “marcia dell’Indipendenza” che andrà in scena a Palermo il prossimo 30 marzo. Già la scorsa domenica un gazebo informativo è stato a disposizione della popolazione di Vittoria. Nella cittadina ragusana non è mancata, accanto alle bandiere siciliane, anche quella della lotta contro il Muos, particolarmente sentita a Vittoria, cittadina del comprensorio interessato dall’influenza delle onde elettromagnetiche emanate dalle 44 antenne della base NRTF di Niscemi.
Gli indipendentisti, dunque, si riuniscono sotto un’unica sigla (U.I.S.) e scendono in piazza a parlare da siciliani con i siciliani, con quei siciliani che hanno bisogno di risposte e che non si rassegnano ad un andazzo divenuto ormai insostenibile. L’ Unione Indipendentisti Siciliani (U.I.S.) ha pubblicato in queste ore un breve calendario degli incontri che si svolgeranno durante il prossimo mese di Marzo in sostegno e propaganda della MARCIA PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA. Un incontro sul tema “Autonomia, Statuto ed Indipendenza della Sicilia” si terrà a Gela, sabato 1 marzo alle ore 16,00 (presso Tropico Med). Altro incontro si terrà domenica 09 marzo a Priolo G. (Sr) – Dalle 9:30 alle 13:00 presso un gazebo a Piazza Quattro Canti. Altri gazebo ci saranno ad Acireale (Ct), Giarre (Ct) e Catania, durante tutto il mese di marzo, fino alla data fissata per la “marcia”.
La marcia dell’Indipendenza è organizzata dunque dai gruppi, movimenti e singoli siciliani che si sono riuniti sotto la sigla dell’U.I.S. , ne fanno parte indipendentisti della “vecchia guardia” ma anche giovani dalle idee precise su quelle che vogliono siano le sorti della Sicilia.
Abbiamo raggiunto telefonicamente uno di loro, Carlo Bonaccorso, palermitano, classe 1985, giovanissimo dunque, ma fra i promotori della nascita dell’Unione Indipendentisti Siciliani.   
A lui abbiamo chiesto:perché un giovane di 29 anni dovrebbe interessarsi di Indipendentismo? “Quando mi sono avvicinato all’Indipendentismo – ci racconta Bonaccorso – ero spinto più dalla curiosità che da una reale consapevolezza. Riuscivo a vedere la Sicilia non come la periferia di uno stato, ma come un punto nevralgico importante nel Mediterraneo. Ma non ero minimamente consapevole della storia della mia terra, della sua condizione e della sua ricchezza.

Cosa è successo poi?
“Dieci anni fa, iniziavo un percorso che in poco tempo mi ha portato a vedere tutto con occhi differenti, scoprendo la verità e dedicando la mia vita alla sua diffusione. E l’ho fatto senza mai scendere a compromessi, perché il mio obiettivo non è mai stato quello di ricevere qualcosa in cambio, ma piuttosto riuscire a far comprendere ai siciliani cosa eravamo, cosa potremmo essere e perché non lo siamo”.

Hai trovato riscontri fra la tua gente?
“Quando ho cominciato a pensare in questi termini, mi sono scontrato con un popolo fermo, incapace di muoversi, succube di quel sistema clientelista-mafioso che ha distrutto e continua ancora a distruggere la nostra isola.
Quel sistema che permette il furto di milioni di euro dalle casse siciliane, quel sistema che altro non è se non lo strumento di cui si serve il colonizzatore per impedire alla Sicilia di crescere.”

153 anni fa, “qualcuno” ha deciso un “Risorgimento” e con lui, un’occupazione impropria di tutto il Meridione, secondo te si tratta di un processo esauritosi nel tempo o ne soffriamo ancora le conseguenze?
“L’ invasione da parte dello stato piemontese, eseguita con il beneplacito dell’Inghilterra, avvenne solo per arricchire pochi. La situazione odierna, altro non è se non il risultato di quell’infamia. Ma in Sicilia c’è sempre stato un popolo, almeno fino al secondo dopoguerra, restio alla dominazione e pronto a far valere le proprie rivendicazioni. Le rivolte postunitarie del 1866, i Fasci siciliani di fine Ottocento, il separatismo degli anni ’40 del Novecento, ne sono le ultime dimostrazioni reali.”

E’ “pigro” il popolo siciliano?
“Il popolo siciliano negli ultimi 70 anni ha smesso di combattere, la mafia ha preso il potere ed ha esteso i suoi tentacoli in tutti gli strati sociali. Ed oggi, abbiamo perso il senso della parola “libertà”. Ma ho sempre pensato che fino a quando esisterà un solo individuo, capace di staccarsi da queste catene, allora esisterà la speranza.

Perché una marcia per l’Indipendenza?
“Vogliamo far conoscere ai siciliani una nuova alternativa, non di destra, non di sinistra, non a 5 stelle, ma unica e vera. Unica perché va aldilà di qualsiasi ideologia. Vera, perché rappresenta il bisogno reale di tutto un popolo: poter crescere nella propria terra, vivere serenamente di ciò che la nostra isola ci da, costruire il nostro futuro nel posto in cui siamo nati e cresciuti.
E questo pensiero è rivolto soprattutto ai giovani, come me, stanchi di vedere la propria dignità calpestata. Non è la superficialità, nè il disinteresse a renderci liberi. Ma la voglia di cambiare.

Non credi si tratti di una gran bella “utopia”?
“Si, lo è ma noi possiamo decidere se trasformarla in realtà. Io ho deciso e confido nella volontà e nella forza del popolo siciliano.”


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