Marano-Fava, «rottura o continuità?» Regionali, l’analisi del nostro blogger

Sul caso Fava sono già state spese tante parole. Chi parla di complottismo, poteri forti, spie ma anche di incompetenza, inadeguatezza dello staff, lontananza dalle vicende siciliane da parte del candidato. Questi, a mio avviso, sono i due poli su cui si sono concentrati articoli, commenti, servizi televisivi: insomma, il dibattito politico intorno al fallimento della candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione siciliana. Così, il ticket Marano-Fava esordisce a un mese esatto dall’election day siciliano tra gli strascichi della polemica e i malumori interni dei vari «cespugli» coalizzati intorno al duo che si opporrà agli altri candidati.

La mia riflessione sarà sobria ed essenziale. Una riflessione su due punti: l’analisi del contesto e la candidatura di Giovanna Marano. Cosa intendo per analisi del contesto? Uno dei primi passi da compiere per chi (candidato, staff, consulenti, ecc.) affronta una competizione elettorale è quello della comprensione del contesto elettorale. Con quale legge si vota? Cosa prevede questa legge? Quali sono le scadenze da rispettare? Ognuno faccia le proprie considerazioni. Se a questo aggiungiamo che Fava da giugno aveva già lanciato la sua candidatura, il cerchio dei commenti si restringe.

Passiamo alla candidatura di Giovanna Marano. Solitamente (certo, questo è un caso un po’ particolare) sono due le strade da seguire per chi riceve un «testimone» politico: la continuità (come «delfino» del leader uscente) o la rottura. Giovanna Marano dichiara di voler dare continuità al progetto Fava, di «andare avanti». Sceglie la prima strada. E, forse, non poteva essere altrimenti. Anche se, a mio avviso, con qualche piccola indecisione.

Perché bisogna capire se una strategia «vittimistica» legata al cavillo burocratico possa far recuperare (o mantenere lo stesso) terreno alla coalizione in termini di consenso, oppure dovrà cambiare strada tornando sul percorso già tracciato dalla campagna elettorale di Fava fino ai giorni antecedenti alla tegola che si è abbattuta sull’ex candidato di Sel.
Bisogna capire se ai siciliani interessa più una vicenda di «carte e scartoffie» o, come ha detto Marano durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura, il lavoro e il futuro dei giovani siciliani. Agli elettori l’ardua sentenza.

[Foto di Un ragazzo chiamato Bi]

Mario Grasso

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