L’ultima idea per la spinosissima questione del rinnovo dei manager della sanità è quella del sorteggio e arriva direttamente da Totò Cuffaro, in una nota firmata anche da Stefano Cirillo e Carmelo Pace: «Siccome la Democrazia cristiana è nuova non solo nel nome ma anche nelle sue prassi – scrivono – la proposta che formalmente […]
Sanità, le nomine dei manager spaccano sempre di più la maggioranza. L’ultima idea di Cuffaro: «Sorteggiamoli»
L’ultima idea per la spinosissima questione del rinnovo dei manager della sanità è quella del sorteggio e arriva direttamente da Totò Cuffaro, in una nota firmata anche da Stefano Cirillo e Carmelo Pace: «Siccome la Democrazia cristiana è nuova non solo nel nome ma anche nelle sue prassi – scrivono – la proposta che formalmente affidiamo, a nome dell’intero partito, all’autorevole e competente considerazione del presidente Schifani e all’azione dell’assessore per la Sanità, è quella di procedere, se lo ritengono opportuno, a una più stringata valutazione tra quanti risultano presenti nell’albo dei manager sanitari allo scopo di definire una rosa di soggetti rispondenti esclusivamente a rigorosi criteri di merito, professionalità e competenza, accertati sulla base di titoli ed esperienze professionali maturate e formalmente documentate, individuando, infine, i nuovi manager da porre a capo delle singole di Asl e Aziende ospedaliere attraverso il metodo del sorteggio».
Ma questo è solo il più recente degli ormai tanti capitoli che segnano l’ennesima lesione interna al centrodestra di Schifani che, pur di riuscire a trovare la quadra in merito all’assegnazione delle nuove poltrone, in questi giorni, è passato dall’idea di una riforma per aumentare i servizi – ma anche le nomine a disposizione – alla possibilità ventilata di chiedere un rinvio al 31 dicembre, in attesa di trovare maggiore serenità tra i partiti, agguerriti più che mai, come in ogni situazione dove finora si è ventilata la possibilità di una spartizione di deleghe.
«Registriamo con stupore e notevole disappunto – dice anche la nota a firma dei tre alfieri democristiani – interventi e dichiarazioni degli ultimi giorni che, con interessata approssimazione, vagheggiano di esponenti della Democrazia cristiana, inclusi addirittura alcuni dei sottoscritti, impegnati a prendere parte a non meglio identificati consessi di carattere ristretto per decidere le sorti della sanità siciliana e, più in particolare, la scelta dei prossimi manager sanitari». Peccato che il primo a tirare fuori dichiarazioni vagheggianti di questo tipo sia stato proprio il capogruppo della Dc all’Ars, Pace. E lo ha fatto, forse senza pensarci troppo, ai microfoni di Rmk, televisione locale di Sciacca, dove ha parlato di riunioni di una parte ristretta della maggioranza per discutere – anche – dei destini della sanità. Una rivelazione, se così si può chiamare, che ha sortito l’effetto di una palla di cannone anzitutto nella sua maggioranza.
La prima a insorgere è stata Margherita La Rocca Ruvolo, deputata di Forza Italia, che nella scorsa legislatura è stata molto impegnata in commissione Sanità durante tutto il periodo della pandemia. «Nessuno pensi di tornare a parlare di sanità e nomine nel retrobottega di qualche negozio – dice – le decisioni sulla salute dei siciliani devono essere assunte in modo trasparente e concertato. Per questo ritengo gravi e inaccettabili le dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Carmelo Pace il quale, a suo dire, insieme al segretario della Dc, Totò Cuffaro, farebbe parte di un tavolo ristretto della maggioranza che approva preventivamente le azioni da mettere in campo per la sanità siciliana». E ancora: «Trattandosi di questioni sanitarie, a mio avviso, a livello istituzionale si stanno facendo degli errori gravissimi, perché il primo organismo a valutare le varie proposte che arrivano dall’assessorato per la Salute o dai parlamentari dovrebbe essere la commissione Sanità dell’Ars, non un gruppo ristretto. Le parole di Pace sono gravissime e lasciano pensare che ci sia una cabina occulta attorno alla sanità siciliana, questo non lo possiamo accettare, si faccia chiarezza».
Parole già di per sé pesanti, ma che nascondono anche un’allusione pesante quando La Rocca Ruvolo parla del «retrobottega di qualche negozio», riportando così alla mente l’incontro documentato nel 2003 dalle forze dell’ordine tra Totò Cuffaro e il direttore della clinica Santa Teresa di Bagheria, Michele Aiello, risultato poi uomo vicino a Bernardo Provenzano. Un incontro avvenuto proprio nel retrobottega di una boutique di abbigliamento. «Si tratta delle riunioni che il centrodestra tiene e di cui la stampa, quando avvengono, scrive abitualmente», risponde Pace, che fa pure i nomi dei partecipanti al tavolo, da Salvo Pogliese a Raffaele Lombardo, da Giampiero Cannella a Marcello Caruso, Annalisa Tardino, Massimo Dell’Utri, Marianna Caronia.
Tornando alla boutade, anzi, alla «proposta seria» del sorteggio dei manager, a stretto giro è arrivata la critica ironica da parte delle opposizioni. «Sorteggio per i manager della sanità, perché no? Anzi, we have a dream: sorteggiamo anche quali ospedali chiudere e quali no, risparmieremmo tempo e tavolini ristretti e, probabilmente, faremmo anche meglio del governo Schifani che anche sulla sanità non ne sta azzeccando una – dice il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars Antonio De Luca – Non c’è nulla da fare, la lottizzazione della sanità in corso evidentemente sta facendo perdere il senso della misura a gran parte della maggioranza».