In sole nove ore sono caduti 34,6 millimetri di acqua. Tanto è bastato per gettare la città nel solito caos. Il neonato comitato emergenza allagamenti promette battaglia. Bellanca: «I politici hanno fatto campagna elettorale coi nostri disagi, ma ormai non c'è più nulla da promettere»
Maltempo, dopo la pioggia di ieri si contano i danni E il 6 ottobre manifestazione a Partanna-Mondello
Dopo la pioggia viene il sereno, provvisorio però. L’avviso della protezione civile sul rischio meteo-idrogeologico, diffuso ieri, vale fino alla mezzanotte di oggi. E infatti, a leggere le previsioni, le nuvole dovrebbero tornare ad addensarsi nel pomeriggio. «Si prevede il persistere di precipitazioni da sparse a diffuse – si legge nel bollettino del dipartimento della Regione Siciliana – anche a carattere di rovescio o temporale. Le precipitazioni, occasionalmente abbondanti, risulteranno più frequenti sulle aree ioniche e saranno accompagnate da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento». In sole nove ore e nella sola città di Palermo, secondo i dati consultabili sul sito dell’Osservatorio Acque, sono caduti 34,6 millimetri di pioggia. Con un picco di 10 mm tra le ore 15 e le ore 16. Se si tiene conto che la pioggia annua totale media a Palermo si attesta sui 750 mm, si capisce bene come l’evento di ieri sia stato abbastanza intenso. Neanche un temporale particolarmente forte, a dire il vero, e che è pero è bastato a gettare la città nel solito caos.
Decine ieri gli interventi dei vigili del fuoco, anche se dalla centrale operativa del comando provinciale rassicurano che questa mattina le emergenze sono state superate. Restano però i disagi di chi ormai deve convivere con allagamenti, tombini otturati, acqua fin dentro gli appartamenti, scope e secchi d’ordinanza. Come testimonia lo studio Agnello e Associati, che nella propria pagina Facebook ha diffuso ieri un post esplicativo. «E anche oggi, alla prima pioggia, invece di lavorare ai nostri progetti abbiamo preferito restare – scrivono dallo studio di progettazione architettonica – bagnati fino alle ginocchia, a spalare acqua e fango (per non dire altro) per cercare di liberare la strada (quindi macchine e motori) e il pavimento del nostro studio (quindi apparecchiature elettroniche contenenti tutti i nostri dati tra passato, presente e futuro). Oggi è la sesta giornata che trascorriamo così in solo un mese e mezzo. Vorremmo quindi sapere dal Comune di Palermo se ha intenzione di fare qualcosa a riguardo oppure se preferisce darci una stanza a Palazzo delle Aquile dove lavorare in caso di pioggia».
Le zone più colpite sono sempre le stesse: Partanna-Mondello, Sferracavallo, i sottopassaggi di viale Regione Siciliana, via Imera, via Ugo La Malfa, Borgo Nuovo. L’acqua ha raggiunto in alcune zone, come a Brancaccio, diversi centimetri di altezza. E mentre a Bagheria le scuole questa mattina sono rimaste chiuse, in città il Comune ieri ha diffuso una nota in cui ha smentito le voci di un’analoga scelta in città, visto che l’allerta meteo per oggi è di livello arancione e non rosso. Una comunicazione che però non basta a placare le ire delle migliaia di residenti che hanno quasi imparato a convivere coi disagi dovuti alle piogge, sempre prevedibili così come gli esiti, ma da troppo tempo senza soluzione. Questa volta però dalla settima circoscrizione si prova un cambio di rotta. Il comitato emergenza allagamenti, nato tre settimane fa, ha infatti convocato una manifestazione per sabato 6 ottobre, a partire dalle 10 e 30, e che vedrà protagonisti i residenti delle borgate di Partanna Mondello. «Questa volta a smuovere le acque siamo noi» è lo slogan scelto per invitare alla partecipazione del corteo che da viale Galatea percorrerà e strade del quartiere fino ad arrivare alla scuola Santocanale.
Tra i protagonisti del comitato c’è Giuseppe Bellanca, project manager e attivista pentastellato. «Stiamo cercando di coinvolgere il quartiere, anche se la rassegnazione certamente c’è – dice Bellanca – visto che il problema degli allagamenti si presenta puntuale da anni al minimo accenno di pioggia. Molti politici della zona qui hanno fatto campagna elettorale coi nostri disagi, ma ormai non c’è più nulla da promettere. Da quando ci siamo formati abbiamo presentato un esposto in procura, abbiamo ricostruito la storia giudiziaria del ferro di cavallo (la bonifica dell’omonimo cavallo annunciata da almeno dieci anni … ndr). Adesso speriamo in un tavolo a breve con tutti gli attori sociali coinvolti. Intanto partiamo dalla manifestazione di sabato, che sarà senza bandiere politiche e con persone arrabbiate che esigono risposte».
Tra i consiglieri comunali più attivi sul tema c’è sicuramente Ottavio Zacco (Uniti per Palermo), che più volte si è recato direttamente sui posti per accertarsi delle condizioni. «Abbiamo avuto una serie di riunioni con gli enti preposti – afferma il consigliere di maggioranza – ma il vero problema è che non ci sono soluzioni immediate. Neanche il ferro di cavallo, da solo, riuscirebbe a risolvere i disagi di quella parte di città. Spesso non ci sono caditoie, e poi arriva un fiume d’acqua direttamente dalla montagna, così diventa difficile smaltire. Le vasche non bastano, io credo che bisognerebbe intervenire con dei pozzi direttamente sulla montagna, per evitare che l’acqua arrivi a valle. Oppure cercando di intervenire con delle pompe che poi versino l’acqua nei terreni privati, almeno per alleviare i disagi dei residenti. Ho comunque chiesto un incontro con l’università di Palermo, per studiare soluzioni strutturali».