Il romanzo è il primo del giovane etneo Claudio Colombrita. Laureato in Giurisprudenza, da dieci anni sognava di pubblicare un libro sul tema della solidarietà e sull’esperienza maturata al Policlinico di Catania, dove si reca ogni settimana per giocare con i bambini e supportare le loro famiglie
Maggio dei libri, arriva Cellule impazzite Autore: «Il volontariato cambia la tua vita»
«Ne ho viste talmente tante in questi dieci anni che ho avuto abbastanza spunti per scriverci un libro». All’appuntamento annuale Maggio dei Libri ci sarà anche il catanese Claudio Colombrita, classe 1987, pronto al debutto nella sua città con il primo romanzo Cellule impazzite, in programma alla libreria Mondadori di via Umberto il 15 maggio alle 18.30, giorno del suo trentesimo compleanno. «Ho deciso di attenuare il trauma dei 30 anni distraendomi e dedicandomi al libro», scherza l’autore, da dieci anni volontario Abio (Aiuta i bambini In ospedale). Ogni venerdì si reca al Policlinico per fare giocare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Broncopneumatologia e Neuropsichiatria e stare accanto alle loro famiglie, che necessitano di supporto.
Laureato in Giurisprudenza e con diverse esperienze come giornalista ed educatore nelle scuole tra Milano, Roma e Latina alle spalle, il ventinovenne oggi lavora come impiegato amministrativo nell’azienda di famiglia, senza rinunciare però alla strada del giornalismo e della scrittura, in cui si è lanciato da pochissimo.
«Quella della scrittura è una passione che c’è sempre stata – racconta a MeridioNews – e proprio di recente sono stato a trovare, dopo dodici anni, la mia insegnante di italiano al Galileo Galilei. Lei è la prima persona che mi ha indirizzato verso questo campo considerati i temi da cinque o sei facciate che scrivevo in classe».
Il libro che presenterà a Catania, però, è ben diverso dai compiti scolastici. Il tema centrale è quello del volontariato, un’esperienza alla quale Colombrita si è approcciato appena concluso il percorso universitario e dopo la delusione provocata dall’esito negativo dell’esame di abilitazione, lo stimolo che ha fatto emergere l’anima dello scrittore. «A 19 anni sapevo già di volere scrivere un libro su questo argomento – spiega il ragazzo – ma mi è sempre mancato il coraggio». Fino a quando con il tempo libero a disposizione ha finalmente trovato l’ispirazione per scrivere e completare la sua fatica in soli sei mesi.
La storia di Clara, paziente del reparto di Oncologia e donna con un carattere molto forte, che si alterna capitolo dopo capitolo a quella di Luca, giovane scapestrato che in seguito a un evento traumatico decide di mettersi sulla retta via e dedicarsi al volontariato, che diventa la sua ragione di vita. «A un certo punto ho sentito una specie di vuoto nella mia vita e il bisogno di fare qualcosa di più non solo per me, ma anche per gli altri», dice Claudio, che da sempre ha una predisposizione verso i bambini e che dopo aver superato il lungo corso di formazione insieme a un amico ha trasformato la nuova esperienza nella sua quotidianità. «Per buona parte il libro è frutto delle storie che ogni giorno si sentono tra le mura dell’ospedale, condite da alcuni elementi di immaginazione tipici del romanzo e da una dose di autobiografia».
Una commistione che invita alla riflessione, come chiarisce l’autore. «Il messaggio è abbastanza semplice, il volontariato non solo cambia la vita delle persone a cui fai del bene ma anche la tua, perché quando vieni messo con le spalle al muro da una malattia del genere ti rendi conto di quali sono le priorità della vita, delle cose da dire e da fare, dell’esigenza di cogliere l’attimo». Come ha fatto Claudio con il suo libro, tirato fuori dal cassetto dopo dieci anni di indecisioni. «Ora sono già combattuto sulla trama del prossimo, ho due idee molto diverse tra loro, una che riguarda l’ambito religioso e richiede tempo e studi, l’altra più simile a questo romanzo, che intreccia la storia di altri due personaggi, questa volta però sarà un ping pong tra un essere umano e un animale».