Era stato condannato circa un anno fa per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dello chef Natale Giunta. Oggi scattano i sigilli per una parte del suo patrimonio. La Guardia di Finanza ha accertato una sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni acquisiti
Mafia, sequestro da quasi tre milioni a Lucchese Attività commerciali, auto e conti in banca
E’ stato condannato un anno fa per aver chiesto il pizzo allo chef palermitano Natale Giunta, oggi scatta anche il sequestro di beni del valore di 2 milioni e 700mila euro ai danni di Maurizio Lucchese, 51 anni. La Guardia di finanza ha messo i sigilli alla ditta Annie Cars, intestata ad Anna Puccio, a un bar, a cinque auto e diversi rapporti bancari e depositi di risparmio.
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura. Lucchese è stato coinvolto fin dagli anni ’80 in una serie di reati contro il patrimonio e ha collezionato numerosi precedenti penali. L’arresto è scattato nel febbraio del 2013, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, insieme a minacce e danneggiamenti. Al ristoratore, sua vittima, aveva chiesto la tradizionale messa a posto, giustificata dal sostentamento delle famiglie dei detenuti. Per questi reati è stato condannato nel febbraio del 2014 a sei anni e otto mesi di carcere.
Le indagini delle fiamme gialle sono però andate avanti e hanno riscontrato una sproporzione tra i redditi dichiarati dal nucleo familiare di Lucchese e il patrimonio acquisito, a fronte di dichiarazioni appena sufficienti per sostenersi, avevano acquistato negli ultimi anni terreni, macchine di lusso e avevano avviato attività commerciali. Un’evidente sproporzione che ha portato al sequestro.