Mafia, sequestro da 700mila euro a Randazzo Dagli allevamenti di bestiame alle grosse auto

Settecentomila euro tra aziende, terreni, grosse auto e conti in banca. È quanto è stato sequestrato questa mattina dalla Direzione investigativa antimafia etnea a Francesco Rosta, 74 anni, presunto esponente di vertice della famiglia mafiosa Ragaglia, egemone nel Comune di Randazzo e collegata ai Laudani di Catania.

L’operazione è in corso dalle prime ore della mattinata di oggi e il decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania, su proposta avanzata dal direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla, in sinergia con la Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro.  Nel novembre del 2014, Rosta è in carcere quando viene raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare scaturita dall’operazione “Trinacium”. È questa l’attività di polizia che lo riconduce insieme ad altri sette soggetti, secondo l’accusa, a un’associazione per delinquere di stampo mafioso, riconducibile ai Ragaglia, capeggiati da Claudio il direttore” Ragaglia 

Al presunto boss venivano inoltre contestati i reati di sequestro di persona, minaccia aggravata, usura, furto aggravato, estorsione aggravata e continuata. Dalle indagini era emerso il ruolo fidato collaboratore di Claudio Ragaglia, per conto del quale partecipava alle attività di usura e conseguente recupero forzoso crediti, furti ed estorsioni con il metodo del cosiddetto cavallo di ritorno. Il tutto avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo mafioso e non esitando a utilizzare le armi. Come nel caso di tentativo di recupero del denaro prestato a un imprenditore, con alti tassi usurai, che è stato sequestrato e condotto in un casolare di campagna per poi essere malmenato e minacciato con le armi. Dalla denuncia di quest’ultimo erano state avviate le indagini che hanno portato poi all’arresto.

Nel corso di questa operazione Francesco Rosta si è dato alla fuga, ma è stato poi arrestato a Licata nel giugno del 2015, grazie a una complessa attività d’indagineTra i beni a cui sono stati apposti i sigilli ci sono l’intero compendio aziendale della società Azienda Agricola Bovini dell’Etna S.a.s. di Rosta Giuseppe con sede legale a Randazzo, in via IV Novembre 66. Ma non solo. Anche tre appezzamenti di terreni di cui uno con un fabbricato, una Bmw X6, quattro conti correnti e un libretto deposito a risparmio tenuti presso le poste italiane e altri istituti di credito.


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