Mafia, sequestro da 200mila euro ai Cappello Imprenditore milanese presunto esponente del clan

La direzione investigativa antimafia (Dia) di Catania sta eseguendo un decreto di sequestro e confisca di beni – un’azienda e un immobile – per un valore complessivo di circa 200mila euro nei confronti di Giovanni Catanzaro, 50 anni, originario di Melzo (in provincia di Milano), ritenuto essere un esponente di spicco del clan dei Cappello. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Catania su richiesta della procura etnea. Catanzaro era stato arrestato per la prima volta nel 1998, nell’ambito dell’operazione Titanic. Era accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Accuse alle quali, nel 2006, si erano aggiunte quelle di omicidio e tentato omicidio.

Negli anni, l’uomo era stato fermato dalle forze dell’ordine più volte. All’arresto del ’98 se n’era aggiunto un secondo, due anni dopo, stavolta nell’ambito dell’operazione Carusi. Il reato ipotizzato era lo stesso. Ma è nel 2006, con l’operazione Crepuscolo, che alle accuse nei confronti di Giovanni Catanzaro se ne aggiungono due, ancora più gravi: assieme ad altri 12 esponenti del clan Cappello era stato arrestato per omicidi e tentati omicidi commessi nelle province di Catania, Siracusa, Roma e Milano. Tutti avvenuti tra il 1983 e il 1997, nel corso della guerra di mafia tra i Cappello e le cosche Sciuto-Laudani-Savasta-Di Mauro.

Come spesso accade, è stata la sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati dall’uomo e dai suoi familiari a insospettire gli inquirenti, che hanno avviato delle indagini su come Catanzaro avesse acquisito i suoi patrimoni. Quelli sequestrati e confiscati oggi hanno un valore complessivo di oltre 200mila euro. Tra questi anche un appartamento e un’azienda che opera nel settore del commercio di articoli per la casa.


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