Gli agenti della Divisione anticrimine della questura di Siracusa hanno eseguito il sequestro dei beni, tra cui conti correnti, veicoli e un’impresa, denominata Caruso group srls, riconducibili a Giuseppe Caruso, detto ‘u Caliddu’, originario di Avola e indicato come un affiliato della cosca mafiosa Trigila di Noto. Dalle indagini condotte dalla polizia e dalla Procura […]
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Mafia e racket dei trasporti, sequestrati beni a esponente della cosca Trigila di Noto
Gli agenti della Divisione anticrimine della questura di Siracusa hanno eseguito il sequestro dei beni, tra cui conti correnti, veicoli e un’impresa, denominata Caruso group srls, riconducibili a Giuseppe Caruso, detto ‘u Caliddu’, originario di Avola e indicato come un affiliato della cosca mafiosa Trigila di Noto. Dalle indagini condotte dalla polizia e dalla Procura distrettuale antimafia di Catania è emerso che Caruso si sarebbe reso responsabile di numerose estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori della zona sud della provincia di Siracusa e il suo impero lo avrebbe messo in piedi attraverso queste attività illecite. Nel maggio del 2021 venne arrestato, insieme ad altre 12 persone, nell’operazione antimafia Robin Hood che svelò come la cosca Trigila avesse imposto il pizzo alle aziende specializzate nella commercializzazione dei prodotti agricoli e del loro trasporto.
Caruso, secondo quanto sostenuto dalla polizia, lavorando per conto della Gali Group Trasporti E Logistica Srl, nella quale si era imposto come mediatore accreditandosi presso le aziende concorrenti quale responsabile commerciale della stessa, avrebbe impedito agli altri trasportatori, che dalla zona sud delle province di Siracusa e Ragusa avrebbero dovuto raggiungere i mercati italiani, di lavorare liberamente in quello che egli stesso definiva il suo territorio. In sostanza, avrebbe costretto gli autotrasportatori e le aziende ad avvalersi della sua attività di intermediazione o a versargli somme di denaro, forte della propria appartenenza criminale. La divisione anticrimine già nel 2020 aveva proceduto nei confronti del coimputato Giuseppe Crispino ad analogo sequestro, poi sfociato in confisca.