Dario Caruana, classe 1978, sarebbe uno dei responsabili dell'omicidio di Salvatore Di Pasquale, detto Giorgio Armani, avvenuto in via Galermo nel 2004. Un agguato che si inserirebbe all'interno di una lotta intestina a Cosa nostra etnea, partita per il controllo delle estorsioni alla zona industriale
Mafia, nuovo arresto per la guerra tra i Santapaola Preso presunto esecutore dell’omicidio Di Pasquale
Omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco. Con l’aggravante della premeditazione e dell’intento di agevolare Cosa nostra. È con queste accuse che è stato arrestato Dario Caruana, classe 1978, pregiudicato, ritenuto responsabile – insieme a Salvatore Guglielmino (classe 1972) – dell’omicidio di Salvatore Di Pasquale, avvenuto nella notte del 29 aprile 2004 in via Galermo. Un vero e proprio agguato nei confronti di Di Pasquale, conosciuto come Giorgio Armani, colpito al torace, alla schiena e alle gambe.
Dario Caruana e Salvatore Guglielmino sono sospettati di essere due degli esecutori materiali dell’omicidio. Avvenuto, a quanto sembra, all’interno di una guerra di mafia interna alla cosca Santapaola-Ercolano. Da una parte, il gruppo guidato da Nino ‘u pazzu, Antonino Santapaola (classe 1954) e da Alfio Mirabile (classe 1964), nominato dallo stesso Nino Santapaola reggente del clan. Dall’altra la famiglia Ercolano-Mangion, con la quale l’anno prima era cominciata una disputa sulle estorsioni alla zona industriale di Catania.
Una lotta intestina a Cosa nostra etnea, che ha infiammato l’aprile del 2004. E che è cominciata il 24 aprile 2004, con un attentato ai danni di Alfio Mirabile – morto nel 2010 -, che ne uscì con una paralisi agli arti inferiori. La risposta al tentato omicidio di Mirabile sarebbe stata l’omicidio di Di Pasquale, colpevole di aver apertamente gioito di quanto accaduto. Le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia sono serviti a chiudere il cerchio attorno a Caruana. L’uomo è adesso detenuto nel carcere di Bicocca.