Grazie alla collaborazione tra le forze dell'ordine italiane e quelle francesi e tedesche sono stati bloccati dieci cittadini provenienti dalla Nigeria e accusati di fare parte del gruppo criminale. Tra loro anche il presunto capo, Happy Uwaya
Mafia nigeriana, arrestati dieci latitanti dei Vikings La cellula transnazionale attiva nel Cara di Mineo
Una decina di cittadini nigeriani, tutti latitanti in Italia e considerati appartenenti ad un’organizzazione criminale che per diverso tempo ha operato in Sicilia, sono stati arrestati in Francia e Germania dalla polizia in collaborazione con le forze dell’ordine francesi e tedesche. La persona ritenuta a capo dell’organizzazione, Happy Uwaya, e un’altra persona, sono stati arrestati a Parigi, mentre gli altri sono stati bloccati a Nancy, Marsiglia, Nizza e, in Germania, a Ratisbona. È il seguito dell’operazione partita a gennaio contro la gang dei Vikings, cellula della mafia nigeriana attiva all’interno del Cara di Mineo, in provincia di Catania. Si tratta di un gruppo criminale transnazionale nato in ambito universitario e in parte convertito al mondo della criminalità. Ispirandosi, con i colori rossoneri, alla mitologia nordica del dio Odino e della moglie Frigg. Simboli di un culto che ha una regola chiara e inquietante: «Non ritirarsi mai prima della morte».
I cittadini stranieri sono tutti destinatari di un mandato di arresto europeo in seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di piazza Verga il 26 gennaio scorso perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di droga, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. Secondo le indagini della squadra mobile di Catania e dello Sco apparterrebbero ad un’organizzazione criminale nigeriana diffusa in vari paesi europei ed extraeuropei. Nel centro di accoglienza per richiedenti asilo del Catanese, stando alle indagini, più volte ci sarebbero stati degli scontri con altri gruppi per mantenere il predominio tra le comunità straniere.