Le nove prefetture siciliane negli anni 2017 e 2018 hanno adottato 399 provvedimenti interdittivi antimafia, su 82.071 richieste di documentazione antimafia pervenute. Il dato e’ stato diffuso in mattinata durante il seminario su “La prevenzione delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Le interdittive del Prefetto e le sue fonti di conoscenza”, in corso in Prefettura a […]
Mafia, negli ultimi due anni 399 interdittive in Sicilia A Messina, Palermo e Trapani il numero maggiore
Le nove prefetture siciliane negli anni 2017 e 2018 hanno adottato 399 provvedimenti interdittivi antimafia, su 82.071 richieste di documentazione antimafia pervenute. Il dato e’ stato diffuso in mattinata durante il seminario su “La prevenzione delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Le interdittive del Prefetto e le sue fonti di conoscenza”, in corso in Prefettura a Palermo, alla presenza del presidente della terza sezione del Consiglio di Stato Franco Frattini, del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, del prefetto di Palermo Antonella De Miro.
Ecco i dati che riguardano le 9 prefetture dell’isola: Agrigento, emesse 29 interdittive su 9.017 richieste; Caltanissetta emessi 25 provvedimenti interdittivi su 5.500 richieste pervenute; Catania 26 interdittive emesse su 13.756 richieste pervenute; Enna emessi 25 provvedimenti su 2.492 richieste; Messina 106 interdittive antimafia su 9.739 istanze. Per quanto riguarda la prefettura di Palermo sono arrivate 29.861 richieste ed emessi 157 provvedimenti, a Ragusa emessi 11 provvedimenti su 7.048 richieste, a Siracusa 13 provvedimenti emessi su 3.223 richieste; infine, a Trapani emessi 72 provvedimenti su 8.568 richieste
“I provvedimenti interdittivi antimafia adottati dai prefetti – ha detto il prefetto De Miro – costituiscono una insostituibile difesa e salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica amministrazione ed inoltre bloccano i possibili tentativi di infiltrazione mafiosa nei pubblici appalti, nelle autorizzazioni, concessioni di beni demaniali, nei commerci, nell’acquisizione di finanziamenti pubblici”. De Miro ha sottolineato che “un imprenditore, pur dotato di mezzi economici e di una adeguata organizzazione, che non merita la fiducia delle istituzioni perche’ non ‘affidabile’ non puo’ essere titolare di rapporti contrattuali con le pubbliche amministrazioni o degli altri titoli abilitativi, individuati dalle leggi”.
“Determinante, prezioso organo di supporto del prefetto – ha continuato – e’ il gruppo interforze costituito per disposizione dello stesso prefetto, che vede lavorare insieme un dirigente prefettizio, che coordina, un dirigente della Polizia, ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e un rappresentante della Dia. Un gruppo di lavoro chiamato ad approfondire le situazioni che appaiono presentare maggiori elementi di criticita’. Un lavoro di squadra che garantisce la circolarita’ delle informazioni, valorizzandone il contenuto e la ricerca di ulteriori spunti informativi”.
(Fonte: Ansa)