Nella provincia etnea i carabinieri, su richiesta della Procura, hanno sequestrato a Rosario Di Dio, presunto capo del clan mafioso di Ramacca, beni del valore di 13 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso nell'ambito dell'inchiesta Iblis. Nel Palermitano, invece, i sigilli della Guardia di Finanza sono finiti su un patrimonio di 15 milioni, riconducibile a cinque imprenditori, arrestati nel 2009 per associazione mafiosa
Mafia, maxisequestri a Catania e Palermo Sigilli multimilionari a boss e imprenditori
Otto imprese, 49 immobili, 14 automezzi e 43 rapporti finanziari bloccati, per un valore complessivo di 13 milioni di euro. E’ l’ammontare dei beni sequestrati dai carabinieri del Ros di Catania – in collaborazione con quelli del Comando Provinciale catanese – a Rosario Di Dio, 55 anni, ritenuto a capo del clan mafioso di Ramacca e già detenuto. Il provvedimento, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, è scaturito da un approfondimento degli accertamenti già compiuti nell’ambito dell’inchiesta Iblis sulla criminalità organizzata etnea, che, ad oggi, ha permesso di apporre i sigilli a beni per circa 58 milioni di euro. Secondo le indagini della Dda, quello di Di Dio sarebbe un ruolo centrale nelle dinamiche mafiose provinciali ed extraprovinciali, in stretto collegamento anche con altri esponenti di rilievo di Cosa nostra.
A Palermo, invece, la Guardia di Finanza ha sequestrato un cospicuo patrimonio composto da società, imprese, beni aziendali, appartamenti, un lussuoso agriturismo e ingenti disponibilità finanziarie. Tutti beni di proprietà di cinque imprenditori della provincia palermitana, finiti agli arresti nell’aprile 2009 con l’accusa di associazione mafiosa e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata dal metodo mafioso.
[Foto di Ludo29880]