Mafia, ditta di rifiuti pagava pizzo da 7mila euro I soldi tenuti nella cassetta del pronto soccorso

Un’estorsione da
settemila euro al mese ai danni di un imprenditore del settore dei rifiuti, costretto a pagare il pizzo al clan mafioso Pillera-Puntina. L’hanno scoperta gli agenti della squadra antiracket di Catania che hanno arrestato Massimo Scaglione (classe 1973), pregiudicato, accusato di estorsione con l’aggravante mafiosa. 

Dalle indagini sarebbe emerso che
 l’imprenditore pagava da diversi anni, consegnando il denaro a Massimo Scaglione. Esattore per conto dei Pillera-Puntina. Il pagamento del pizzo sarebbe avvenuto con modalità definite, senza episodi di violenza o danneggiamenti. Semplicemente, l’uomo si sarebbe limitato a consegnare i soldi. L’ultima volta, il 2 luglio, quando l’estorsore è stato colto in flagranza dagli agenti della polizia, alla zona industriale.

Ad aiutare le forze dell’ordine a risalire al 46enne sono state le dichiarazioni del
pentito Salvatore Messina, già appartenente al clan, nel quale aveva rivestito una posizione apicale. Nel furgone dell’arrestato sono stati trovati 14mila euro in contanti (il pagamento dei mesi di giugno e luglio), nascosti nella cassetta del pronto soccorso. Il 5 luglio nei confronti dell’uomo è stata disposta la custodia cautelare in carcere, a Bicocca.

Luisa Santangelo

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