Morto nel 2011, era considerato personaggio di spicco di Cosa Nostra. Il provvedimento riguarda in particolare 168 immobili tra appartamenti, ville, magazzini e terreni, sei società e rapporti bancari.
Mafia, Dia confisca beni per 100 milioni Patrimonio eredi imprenditore Pecora
Beni per oltre 100 milioni sono stati confiscati dalla Dia agli eredi dell’imprenditore edile palermitano Francesco Pecora, morto a maggio del 2011 e ritenuto dagli investigatori personaggio di spicco di Cosa Nostra. Il provvedimento, che riguarda centinaia di immobili, società e conti correnti, è stato emesso dal tribunale di Palermo su proposta del direttore dalla Dia.
Pecora, sostiene la Dia, era un personaggio di spicco della mafia palermitana ed è stato coimputato in diversi processi con soggetti come Pippo Calò, Antonino Rotolo, Tommaso Spadaro e Giuseppe Ficarra. La figlia Caterina è invece la moglie di Giovanni Motisi, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi. Pecora, inoltre, è consuocero di Salvatore Sbeglia, costruttore edile condannato per mafia e socio di Raffaele Ganci, boss del quartiere Noce di Palermo. Secondo le indagini, l’imprenditore e le sue società svolgevano un ruolo di interfaccia e di canale di collegamento tra la mafia e l’imprenditoria legale, gestendo i capitali illeciti anche fuori dalla Sicilia (un’azienda confiscata ha sede a Pordenone). Il provvedimento di confisca riguarda in particolare 168 immobili tra appartamenti, ville, magazzini e terreni, 6 società e rapporti bancari.