Il 52enne è ritenuto tra i fedelissimi del capo latitante di Cosa nostra. Il provvedimento è stato eseguito a Partanna, Salemi e Gibellina, nel Trapanese. Per l'uomo è stata applicata la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per quattro anni
Mafia, confiscato il patrimonio di Mimmo Scimonelli Beni per 3 milioni tolti al postino di Messina Denaro
Un patrimonio stimato di tre milioni di euro è stato confiscato a Giovanni Domenico Scimonelli, conosciuto come Mimmo, imprenditore ritenuto tra i fedelissimi del capo latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani ed eseguito da polizia e guardia di finanza a Partanna, Salemi e Gibellina, nel Trapanese.
A Scimonelli è stata applicata la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per quattro anni. La confisca, che segue il sequestro preventivo eseguito nel 2016, riguarda otto beni immobili, cinque mezzi meccanici, quattro società, una partecipazione in altre società e 15 rapporti bancari. Scimonelli, gestore di alcuni supermercati con marchio Despar e proprietario dell’azienda vinicola Occhiodisole, avrebbe fatto da «postino» dei pizzini con i quali portava gli ordini di Messina Denaro ai boss mafiosi.
Arresto nell’agosto 2015, nell’ambito dell’operazione Ermes, nel dicembre successivo era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il suo coinvolgimento in qualità di ideatore e mandante dell’omicidio – aggravato dal metodo mafioso e avvenuto nel maggio 2009 allo Smart Cafè di Partanna – di Salvatore Lombardo. L’uomo sarebbe stato ucciso per aver compiuto un furto a un furgone che riforniva supermercati riconducibili allo stesso imprenditore. Per il delitto la corte d’Assise di Trapani, nel gennaio del 2018, lo ha condannato all’ergastolo.