Capizzi, 71 anni, detenuto, e condannato all'ergastolo per due volte nel 2006 e nel 2008, continuava a essere il 'reggente' del mandamento mafioso di Villagrazia - Santa Maria di Gesù, e, come emerso dall'operazione Perseo, dopo gli arresti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, progettava di ricreare la commissione provinciale di Cosa Nostra
Mafia, confiscati beni al boss Capizzi Voleva ricreare la commissione provinciale
Confiscati beni per 5 milioni di euro a Benedetto Capizzi, il boss mafioso che aveva tentato di ricostituire la commissione provinciale di Cosa Nostra. Il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo si lega a un’indagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri, che aveva già portato al sequestro del patrimonio.
Capizzi, 71 anni, detenuto, e condannato all’ergastolo per due volte nel 2006 e nel 2008, (sta scontando la condanna all’ergastolo anche per l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino, rapito nel ’93, a 12 anni, e assassinato dopo due anni di prigionia, ndr), continuava a essere il ‘reggente’ del mandamento mafioso di Villagrazia – Santa Maria di Gesù, e, come emerso dall’operazione “Perseo”, dopo gli arresti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, progettava di ricreare la commissione provinciale di Cosa Nostra e di porsi al suo vertice. In una conversazione con il figlio, intercettata dai carabinieri, Capizzi avvertiva: «Se qualcuno vuole alzare la cresta, se la cali perche’ ci lascia la pelle, chiaro?…Pugno duro, hai capito? Pugno duro con tutti!».
E in un’altra intercettazione a un summit di mafia tra Giovanni Adelfio, Giuseppe Scaduto e Sandro Capizzi, si diceva: «All’ultimo ci sediamo e cerchiamo di fare una specie di Commissione all’antica, cinque, sei, otto cristiani come si faceva una volta e quindi la responsabilità se dobbiamo fare una cosa ce l’assumiamo tutti».
Tra i beni confiscati a Capizzi, figurano una villa a tre elevazioni, residenza della su famiglia: da nuovi e piu’ approfonditi accertamenti è stata riscontrata che l’intestazione a un altro soggetto era finalizzata a eludere le norme antimafia.