Sono sette i provvedimenti eseguiti dai carabinieri di Mistretta, Sant'Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra. L'operazione risale al 2007 e azzerò i vertici dei due gruppi criminali. I nomi degli arrestati
Mafia, condanne a famiglia di Mistretta e Batanesi Arrivano pene definitive per il processo Montagna
Eseguiti sette arresti in provincia di Messina, dopo che le condanne comminate nell’ambito del processo Montagna sono diventate definitive. A eseguire i provvedimenti sono stati oggi i carabinieri delle Compagnie di Mistretta, Santo Stefano di Camastra e Sant’Agata Militello. I sette sono stati giudicati colpevoli del reato di associazione mafiosa.
L’operazione scattò 12 anni fa, azzerando i vertici della famiglia mafiosa di Mistretta e il clan dei Batanesi, attivo a Tortorici. Nel mirino degli inquirenti finì la spartizione degli appalti nella fascia tirrenica e nel comprensorio nebroideo. La famiglia di Mistretta venne giudicata cerniera tra Cosa nostra palermitana e catanese e la criminalità organizzata messinese.
Queste le condanne:
Calandra Giuseppe Antonino, 72enne, di Capizzi, ritenuto, all’epoca, il capo della “Famiglia mafiosa di Mistretta”, deve espiare un residuo pena di 3 anni, con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 2;
Testa Camillo Bartolomeo, di anni 51 di Capizzi: condannato a 12 anni di reclusione con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 2;
Fazio Antonino, di anni 48 di Capizzi: deve espiare un residuo pena di 2 anni e sei mesi, con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 2;
Mancuso Catarinella Giacomo, di anni 53 di Capizzi: deve espiare un residuo pena di 2 anni, con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 2;
Fazio Francesco Antonino, di anni 35: deve espiare un residuo pena di 2 anni con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 2;
Costanzo Zammataro Salvatore, di anni 35 di Tortorici: condannato alla pena di 12 anni e 7 mesi, con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per anni 3;
Calabrese Antonino, di anni 66 di San Fratello: deve espiare un residuo pena di 2 anni e sei mesi, con l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata di anni 1 e mesi 6.