Mafia: arrestato Vito Roberto Palazzolo. La vita avventurosa del boss estradato dalla Thailandia

DEVE SCONTARE UNA CONDANNA DI NOVE ANNI. E’ UNA FIGURA DI PRIMO PIANO A LIVELLO INTERNAZIONALE. SECONDO L’ACCUSA, ‘RIPULIVA’ IL DENARO PROVENIENTE DAL TRAFFICO DI DROGA. UN PERSONAGGIO DI PRIMO PIANO, AMICO DI TANTI POTENTI CHE PER ANNI HA VISSUTO IN SUDAFRICA

La notizia la leggiamo su Antimafia 2000: Vito Roberto Palazzolo, boss di alto rango, latitante dai primi anno ’90, è arrivato questa mattina in Italia. Precisamente a Milano, presso l’aeroporto di Malpensa.
Vito Roberto Palazzolo si trovava in  Thailandia. E’ ricercato per il reato di concorso in associazione a delinquere di tipo mafioso. Dovrà espiare una condanna a nove anni di reclusione.
Il nostro Paese ha ottenuto l’estradizione dopo un lungo iter iniziato nel 2012. Palazzolo, come già accennato, è considerato dalle autorità un personaggio di alto rango. Gli inquirenti avrebbero accertato che il suo ruolo, all’interno di Cosa Nostra, riguardava il ”riciclaggio e pulitura” del denaro ‘sporco’ proveniente dal traffico di droga e dal contrabbando di sigarette. (a sinistra, foto di Palazzolo tratta da qn.quotidiano.net)
Secondo la Polizia di Stato, il boss sarebbe “una delle più importanti figure dell’associazione criminale Cosa Nostra, inserito da almeno 20 anni nelle dinamiche associative mafiose, con funzioni di cerniera tra il mondo imprenditoriale e la stessa organizzazione mafiosa, con il preciso scopo di consentire la gestione ed il reimpiego dei capitali acquisiti illecitamente”.
Insomma, un personaggio di primo piano nel firmamento della mafia internazionale. Palazzolo venne bloccato la sera del 30 marzo del 2012 presso l’aeroporto internazionale di Bangkok. A quanto pare, sulle sue tracce c’erano i funzionari dell’Immigrazione thailandese. Il bossa era pedinato e tenuto sotto stretta osservazione.
Palazzolo, da tempo, era seguito con particolare attenzione dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia-Divisione Interpol. Di lui si è occupato anche il Segretariato Generale di Lione-Unità che si occupa della ricerca di latitanti.
Palazzolo è stato consegnato alla giustizia italiana grazie al lavoro del nostro Governo e alla collaborazione con le autorità thailandesi.

Vito Roberto Palazzolo è nato a Terrasini, in provincia di Palermo, il 31 luglio 1947. Come già accennato, gli inquirenti lo ritengono un componente di altissimo livello della mafia siciliana, cosa che lui nega. Viene considerato il ‘cassiere’ di Cosa Nostra, per via della sua grande maestria nel ‘riciclare’ denaro di provenienza illecita. Le cronache lo ‘dipingono’ come “molto vicino” ai principali narcotrafficanti italo-americani, ma anche ‘tesoriere’ dei due ‘capi’ storici dlela mafia siciliana corleonese, Bernardo Provenzano e Totò Riina. Proprio per questo è stato condannato in via definitiva a 9 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Palazzolo è sposato con una ricca ereditiera d’origine russa. In passato – come si legge su Wikipedia – è stato anche ambasciatore plenipotenziario del piccolo Stato del Ciskey (poi annesso al Sud Africa).

Palazzolo farebbe parte della mafia corleonese già nei primi anni ’60 del secolo passato. Secondo alcuni collaboratori di giustizia, già allora sarebbe entrato a far parte di una famiglia mafiosa di Partinico.
Di lui si parla per la prima volta in una storica indagine che in Italia è stata condotta da Giovanni Falcone: la “Pizza Connection”, uno dei più grandi business della storia della mafia che vedeva al centro degli affari proprio la mafia siciliana. Una rete di traffico di droga che, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 era attiva in tante parti del mondo e, in particolare, negli Stati Uniti d’America. In quegli anni Palazzolo viene considerato vicino al boss Francesco Di Carlo (che poi diventerà collaboratore di giustizia) e alle due famiglie di origine siciliana tra le più importanti al mondo nel traffico degli stupefacenti: i Cuntrera e i Caruana di Siculiana, piccolo centro della provincia di Agrigento.

Negli anni ’80 Palazzolo era il proprietario della ‘Palazzolo Gioi’, una società che verrà sequestrata dalla Questura di Palermo. Nello stesso anno la polizia Svizzera rlo arresta per riciclaggio di denaro e lo condanna a tre anni di prigione.

La vita di questo boss è piuttosto avventurosa. Uscito dal carcere svizzero grazie ad un permesso, se la dà a gambe in Sudafrica. In questo Paese arriva con un passaporto svizzero. Cambia identità e diviene Robert Van Palace Kolbatschenko. In breve diventa un personaggio. Dopo l’apartheid si lega con l’African National Congress, il partito di maggioranza nera.
Dal 1986 Palazzolo vive a Franschhoek. E’ considerato un importante uomo di affari. Commercia pietre preziose, alleva struzzi, gestisce lussuosi night club e imbottiglia l’acqua “Le vie de Luc”, che viene commercializzata perfino sugli aerei della compagnia di bandiera sudafricana.

Nel 1996 arrivano altre ‘grane’: lo accusano di aver dato ospitalità a due ricercati mafiosi di Partinico: Giuseppe Gelardi e Giovanni Bonomo. Di lui si interessa la Procura della repubblica di Palermo. Inizia una rogatoria internazionale e, nel 2004, i pubblici ministeri Domenico Gozzo e Gaetano Paci si recano in Sudafrica per chiedere l’estradizione di Palazzolo. Richiestya che viene respinta.
Gli inquirenti ritengono che Palazzolo abbia cercato di mettersi in contatto con Marcello Dell’Utri. Il quale si è sempre difeso spiegando che Sara Palazzolo, la sorella del boss, “era interessata ad avere un consiglio da me sugli avvocati da scegliere per il fratello. Non mi parlò di questioni specifiche. Io ho ormai maturato una lunga esperienza da imputato. Le ho dato la mia disponibilità. Ma l’incontro non si è più svolto. Ancora sto aspettando”.

Per sfuggire a una richiesta d’arresto temporaneo Palazzolo si era spostato a Hong Kong e poi in Thailandia. In questo Paese, come già ricordato, il 30 marzo 2012 è stato fermato dalla polizia locale all’aeroporto di Bangkok.

Palazzolo è stato localizzato grazie alle attività info-investigative del Reparto Operativo di Palermo, del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma e dalla Squadra mobile di Palermo. Queste autorità hanno operato in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia di Roma.
In particolare, il Nucleo Investigativo, a partire dal gennaio 2012 ha avviato, in collaborazione con il Ros, una serie di delicate e sofisticate indagini coordinate dalla Dda, anche attraverso intercettazioni telematiche: profili Facebook e di altri social network e acquisizione di notizie da fonti confidenziali: queste ultime hanno consentito di documentare il viaggio di Palazzolo in Thailandia e a Bangkok.

Vito Roberto Palazzolo, nel corso della sua vita, ha intrattenuto rapporti con personaggi importanti della politica e degli affari.  Tra le sue varie amicizie importanti spicca quella con Riccardo (Rocky) Agusta, figlio dell’ex magnate degli elicotteri, Corrado, e figliastro della contessa Francesca Vacca Agusta, scomparsa da Portofino l’8 gennaio 2001.
Al conte Palazzolo ha venduto anche le sue proprietà sudafricane per evitare confische.


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