Mafia, ad Augusta sequestro da due milioni A imprenditore finito in manette già nel 2014

Beni per un valore di due milioni e mezzo di euro. Tra i quali un’azienda operante nel settore del movimento terra e trasporti, terreni, magazzini, ville e appartamenti tra Augusta e Scordia, autovetture, autocarri, conti correnti e altri rapporti finanziari. È il risultato del sequestro — che avviene in queste ore — ai danni di Francesco Pasqua, 55 anni, imprenditore originario di Augusta. A emettere l’ordinanza è il tribunale di Siracusa, a seguito di una segnalazione del direttore della direzione investigativa antimafia, Nunzio Antonio Ferla, in sinergia con la procura di Catania

Già un anno fa, nel febbraio 2014, Pasqua era finito in manette — assieme ad altre 27 persone —, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, nel corso dell’operazione antimafia Prato verde, che aveva sgominato il clan dei Carateddi, retto da Orazio Privitera, storico boss etneo detenuto in regime di 41bis. Al centro dell’indagine c’erano le truffe all’Agea, l’agenzia per le erogazioni agricole. Nell’ambito di quella inchiesta, era emerso che a gestire le sorti della cosca era Tina Balsamo, moglie di Privitera. Era lei — a causa della detenzione del marito, con il quale comunque aveva regolari contatti — a stabilire le strategie dell’organizzazione criminale. Ed è proprio per aver favorito la latitanza di Privitera che l’imprenditore augustese è attualmente imputato davanti al tribunale di Siracusa.

In quell’occasione, oltre che per Francesco Pasqua, l’arresto era scattato anche per l’imprenditore agricolo Salvatore Marino, originario di Raccuja, in provincia di Messina. Anche contro di lui, appena un mese fa, è stato emanato e applicato un decreto di sequestro dei beni. Una misura patrimoniale che aveva riguardato terreni, imprese, mezzi, fabbricati e disponibilità finanziarie. Per un valore totale di un milione di euro


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