Mafia, 18 arresti nel clan Trigila di Cassibile In manette per estorsione e gioco d’azzardo

Duro colpo inferto dalla Procura di Catania al clan Trigila di Cassibile, nel Siracusano. Il nucleo investigativo del comando provinciale Carabinieri di Siracusa ha eseguito in oggi 18 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti appartenenti alla cosca mafiosa siracusana. A finire in carcere sono state 12 persone, mentre ad altre sei sono stati notificati gli arresti domiciliari. Tra i destinatari del provvedimento anche Antonino Linguanti, classe 1965, pregiudicato ritenuto reggente del clan dal 2002, già detenuto da marzo e accusato dell’omicidio del suo predecessore Salvatore Bologna, avvenuto otto anni fa. Al centro delle indagini, gli illeciti compiuti dal sodalizio mafioso retto dal Linguanti, tra cui sei estorsioni e il controllo del gioco d’azzardo, insieme al traffico di sostanze stupefacenti organizzato sul territorio di Cassibile.

Oltre a Linguanti, sono finiti in carcere anche Giuseppe Floridia (1969), Antonino Fabio detto Tony (1968), Leonardo Vicario (1984), Salvatore Battaglia (1973), Nunzio Salafia (1950), Salvatore Galiffi (1977), Massimo Galiffi (1987), Mirko Giacona (1986), Ignazio Buffa (1990), Francesco Campanella (1998) ed Emanuele Cappello (1991). Arresti domiciliari invece per Giuseppe D’Alterio (1984) Vincenzo Agricola (1986), Giuseppe Olanda (1988), Armando Selvaggio (1986), Paolo Sciuto (1976) e Vincenzo Morale (1968).

A far scattare le manette sono state le indagini scaturite dall’omicidio di Salvatore Giacona, commesso a Cassibile nell’aprile 2009, coadiuvate dalle dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Sebastiano Troia, uno degli autori materiali del delitto. Informazioni che, trovato riscontro in quelle di altri collaboratori, hanno permesso agli inquirenti di fare luce sull’organigramma del clan Trigila e di individuare Antonio Linguanti quale responsabile locale, subentrato a Salvatore Bologna dopo l’omicidio di quest’ultimo, avvenuto a Cassibile il 5 febbraio 2002. Delitto per cui su Linguanti è in atto anche un altro procedimento – attualmente in corso davanti alla Corte di Assise di Siracusa – che si ricollega alle ordinanze di oggi che lo vede imputato anche per l’omicidio di Salvatore Giacona insieme a Salvatore Battaglia.

Tra gli arresti di oggi particolarmente di spicco secondo gli inquirenti risulta quello di Nunzio Salafia, noto come il patriarca, ritenuto tra i capi storici della mafia siracusana che, oltre ad essere implicato in una delle estorsioni, avrebbe favorito l’ascesa di Linguanti quale reggente del clan Trigila.


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In 12 sono finiti in carcere e altri sei agli arresti domiciliari, accusati di essere affiliati al gruppo mafioso attivo nel Siracusano. Tra loro anche Antonino Linguanti, ritenuto il reggente dal 2002 e già imputato per l'omicidio del suo predecessore, Salvatore Bologna, avvenuto otto anni fa. Al centro delle indagini - scaturite dalla dichiarazioni di un collaboratore di giustizia - estorsioni, controllo del gioco d'azzardo e traffico di sostanze stupefacenti

In 12 sono finiti in carcere e altri sei agli arresti domiciliari, accusati di essere affiliati al gruppo mafioso attivo nel Siracusano. Tra loro anche Antonino Linguanti, ritenuto il reggente dal 2002 e già imputato per l'omicidio del suo predecessore, Salvatore Bologna, avvenuto otto anni fa. Al centro delle indagini - scaturite dalla dichiarazioni di un collaboratore di giustizia - estorsioni, controllo del gioco d'azzardo e traffico di sostanze stupefacenti

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