L’uomo delle stelle, a Taormina fumetto col finale inedito «Semplice tradurre le parole di Tornatore in immagini»

Quando Giuseppe Tornatore scrisse L’uomo delle stelle nella metà degli anni ’90, il finale che aveva impresso sulla sceneggiatura era molto diverso di quello che poi il pubblico vide nei cinema. Lo ha rivelato lo stesso regista siciliano in un’intervista contenuta in un volume di Ninni Panzera che riporta la storia dello stesso Tornatore e che ha spiegato i retroscena di quegli ultimi giorni di riprese tra il 1994 e il 1995. Nonostante questa variazione, la pellicola gli valse comunque la nomination agli Oscar e moltissimi altri premi nazionali e internazionali.

In quegli ultimi giorni di produzione, la squadra tecnica aveva subito pesanti ritardi a causa di problemi metereologici e altri incidenti sul set, che cambiava location in continuazione. «Chiesi a Cecchi Gori (il produttore ndr) di venirmi incontro, – ha raccontato il regista bagherese – ma la produzione mi era stata affidata a costo bloccato, i patti erano patti. In quanto a me avevo già speso quasi tutto il mio compenso nel film. Fui costretto a trovare una soluzione radicale. Ci andò di mezzo il finale».

Da questa storia di compromesso di allora, ne è nata oggi un’altra di omaggio, un regalo al maestro siciliano, che ha permesso all’idea originale per quel finale modificato di divenire realtà. Se non proprio attraverso una pellicola, almeno a mezzo carta, L’organizzazione del Taormina Film Fest, evento che si è svolto gli scorsi giorni al teatro antico della cittadina ionica, ha voluto produrre una versione a fumetti del finale che il film avrebbe dovuto avere. Ha così aperto ieri, sabato 8, presso la Casa del Cinema, la mostra intitolata Disegnatori di sogni in cui sono esposte le dieci tavole  realizzate dal noto illustratore messinese Lelio Bonaccorso e dallo sceneggiatore Giampiero Bronzetti, suo concittadino alla sua prima esperienza su un fumetto.

«Da Taormina ci hanno chiamati dopo aver letto quell’intervista – ha spiegato a Meridionews Bonaccorso, mentre sta inchiostrando un albo per una importante casa editrice – e noi su quella ci siamo basati per creare la sceneggiatura delle tavole. Le parole di Tornatore erano molto chiare e complete, cinematografiche, non è stato quindi difficile tradurle in immagini».

La storia che viene raccontata nelle dieci pagine è molto diversa da quella che conosce il pubblico: nel film il protagonista, il truffatore Joe, interpretato da Sergio Castellitto, lascia la Sicilia, ormai scottato dall’amore finito per Beata, ricordando i provini rimasti impressi sulla pellicola che usava. Mentre nel finale alternativo quella stessa pellicola viene venduta al regista Pietro Germi, che Joe incontra per caso mentre sta girando Il brigante di Tacca del Lupo in Calabria. Germi visiona le riprese dei provini e, rimasto colpito dai volti, chiede ai suoi collaboratori che venga ritrovato l’uomo che le aveva realizzate. Infine, in un cinema, ritroviamo Joe che assiste a una proiezione di Via col vento affiancato dalla sua amata.

Questo è il «the end abbastanza happy», che Tornatore cercava e non ha mai potuto girare. Le dieci tavole di Bronzetti e Bonaccorso ripercorrono queste vicende, regalando agli appassionati una visione dell’idea iniziale del regista.

«Da parte mia – rivela Bonaccorso – ho cercato di rispettare le scelte e l’iconografia del film, nonostante il mio stile non sia esattamente realistico. La sceneggiatura è stata pensata seguendo le parole di Tornatore, mentre dal lato grafico ho mantenuto il più possibile l’aspetto dei personaggi originali. È stato emozionante poter lavorare a questo progetto che riguarda un regista che apprezzo, ma soprattutto è stato divertente poter disegnare Messina, la mia città, dove questa breve storia comincia».

«Tornatore – prosegue l’illustratore messinese – ha il pregio di saper come raccontare la storia della Sicilia, il nostro passato, ma senza essere scontato; questa versione del finale non è solo più felice, ma anche più significativa: l’imbroglione che capisce di aver sbagliato, redimendosi nel finale».

La realizzazione delle tavole è stata portata a termine in soli dieci giorni. Una scadenza imposta da Taormina, ma che ha comunque premiato. «Purtroppo il poco tempo a disposizione – rivela Bronzetti – e il ridotto numero di tavole ci hanno costretto ad alcuni accorgimenti necessari a rendere il soggetto adattabile al media fumetto. Si tratta infatti di una parte di sceneggiatura pensata per il cinema e che quindi andava tradotta nel linguaggio dell’arte sequenziale».

«Il finale alternativo – conclude – mi ha enormemente emozionato. Credo sia la degna conclusione rispetto a una riflessione che viene fatta nella scena conclusiva dell’Uomo delle Stelle. Ciò che Joe aveva catturato nel periodo passato in Sicilia, il folklore, la disperazione, l’amore, la poesia, vengono riportati in luce e riconosciuti come un’opera d’arte. Ed è così che deve essere».


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