Lungomare, presunte lotte clandestine tra i cani Enpa: «Difficile, di solito le fanno in zone isolate»

«Ammazzalo, attaccalo, buttaglielo addosso». A sentire queste parole dal balcone di casa sua è una residente di viale Alcide De Gasperi, la strada che si trova a pochi metri dal Lungomare di Catania. «Parlavano come dei delinquenti e soprattutto usavano quel linguaggio per fare combattere tra loro alcuni cani», racconta a MeridioNews la cittadina. A condire gli incitamenti a quello che pare un episodio di lotte clandestine tra animali a quattro zampe sarebbero stati «i lamenti strazianti dei cani. Sono sicura – continua la donna – che qualcuno se n’è tornato a casa ferito». L’episodio che riporta la residente si sarebbe verificato qualche giorno fa, poco dopo le ore 22, in un tratto dell’arteria cittadina che sta alle spalle della scogliera etnea. «Urla e incitamenti di quel tipo, insieme agli atroci guaiti sono durati per almeno due ore», sottolinea la testimone. Che, al protrarsi della situazione, contatta i vigili urbani. «Non so se alla fine la centrale operativa abbia mandato o meno una volante, onestamente non ho sentito nessuna sirena della polizia», confida. Motivo per cui non si rassegna e l’indomani contatta le guardie zoofile ambientali che, dalla sede centrale di Roma, le fornisco il recapito di un venditore di bombole di Acicastello

«Ero molto perplessa, non capivo perché dovessi segnalare una vicenda di lotta clandestina tra cani a un bombolaro», commenta la residente. A sciogliere il suo dubbio è una collaboratrice del negoziante. La ragazza, infatti, precisa che il titolare del punto vendita – Giuseppe Sapienza – è un attivista dell’associazione catanese Enpa, ente nazionale protezione animali. «Effettivamente non mi arrivano molte segnalazioni in negozio e, a ogni modo, cerco di fare quello che posso», dichiara Sapienza. Di intervenire sulla vicenda delle lotte clandestine tra animali – cani ma anche gatti – non ne vuole sapere e per un approfondimento rimanda alla presidente Stefania Raineri. «Le segnalazioni ai vigili urbani purtroppo sortiscono scarsi effetti e non ci mettono nelle condizioni di potere seguire questo tipo di fenomeno», risponde piccata Raineri. «Siamo contenti che ci siano cittadini sensibili all’argomento che fanno qualcosa per arginarlo ma – continua – in casi di questo tipo è necessario sporgere una regolare denuncia alla polizia di Stato o ai carabinieri». 

Il fatto specifico, denunciato dalla residente del Lungomare, Raineri lo ritiene «poco probabile, soprattutto perché generalmente circostanze del genere hanno uno sfondo molto più appartato e lontano dalle zone centrali». A destare la preoccupazione della presidente dell’Enpa catanese per quanto riguarda il Lungomare è più che altro «l’abitudine delle persone a lasciare i loro animali liberi, senza guinzaglio. Perché in quei casi – dice Raineri – quando alcuni cani si incontrano posso aggredirsi l’un l’altro, anche solo ringhiando». Una questione di mancanza di educazione più che un fenomeno in crescita che trova conferma anche nella testimonianza di un’altra residente della zona, Gabriella. «Il marciapiedi è lungo e la gente si permette di lasciare gli animali allo stato brado: quando due cani maschi di grossa taglia s’incontrano c’è un’alta probabilità che si azzannino», spiega. «Se le urla che la cittadina ha sentito dal balcone di casa sua possano riferirsi a una situazione di quel tipo? Non lo so – racconta Raineri – A noi risulta che eventuali combattimenti tra cani si svolgano laddove si concentrerebbero anche gli allevamenti abusivi: l’area della Playa e la zona industriale».


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