Lungomare: ciclabile e sicurezza, polemica sui cordoli Il produttore: «Perplessi da scelta di metterli separati»

La pista ciclabile del lungomare di Catania è ormai pronta. Per completarla, dopo due inaugurazioni e un’ultima fissata per stamattina, è stata conclusa la posa degli ultimi cordoli. Strutture realizzate in polimeri che vengono fissate a terra con degli appositi tasselli. Lungo viale Ruggero di Lauria è un continuo alternarsi di blocchetti rossi e bianchi che fanno da divisori tra la carreggiata riservata alle biciclette e quella che quotidianamente viene percorso dagli automobilisti. Ai ciclisti però la scelta di separare i cordoli di alcuni centimetri tra di loro continua a non convincere. Il problema era stato sollevato nei mesi scorsi e si è ripresentato in questi giorni su diverse pagine Facebook frequentate dagli appassionati.

Per gli amanti delle due ruote i cordoli separati sarebbero pericolosi, a causa del continuo alternarsi di spigoli. In più la scelta di metterli divisi li renderebbe meno stabili in caso di incidente. Oltre che facilmente vandalizzabilicome è già accaduto alla fine di ottobre. Episodio che avrebbe, secondo l’amministrazione comunale, come autori i posteggiatori abusivi della zona. Contrari all’infrastruttura che si è sostituita a centinaia di stalli gestiti dagli abusivi. A produrre i cordoli è la ditta Montiplast Srl, della provincia di Macerata, che interpellata da MeridioNews ha spiegato che non ci sono vincoli specifici per l’istallazione dei cordoli. Tuttavia qualche dubbio sui lavori della ciclabile di Catania resta.

«Il posizionamento logico dei nostri cordoli sarebbe quello continuativo – spiegano dall’azienda -. La scelta della separazione ci ha lasciati decisamente perplessi quando siamo stati in città per vedere con i nostri occhi i lavori». Montiplast ribadisce che con i cordoli non vengono allegate prescrizioni di montaggio «perché servono anche alla costruzione di isole pedonali dove magari i percorsi non sono particolarmente diritti», aggiungono. A Catania i blocchi sono stati messi distanziati anche nella curva che si trova nei pressi dell’Istituto nautico. «Abbiamo notato quel posizionamento, noi realizziamo anche dei modellamenti per evitare troppi spigoli – specificano al telefono – come in quella parte di pista, ma i costi aumentano». L’ultimo passaggio è quello relativo alla presunta fragilità in caso di impatto. «Andrebbero messi di continuo – concludono – con la separazione ovviamente sono meno resistenti». 

«Non esiste questo pericolo, è inventato di sana pianta – risponde a MeridioNews il geometra Sebastiano Scaccianoce, progettista della pista – Il cordolo non è stato pensato attaccato per problemi di acque meteoriche che, in tal modo, possono defluire nelle caditoie». «È stato fatto uno studio preciso – aggiunge il tecnico – i centimetri di distacco sono attualmente 15 ma in fase progettuale erano anche di più. Ciononostante il fatto non rappresenta un pericolo per i ciclisti». Questi ultimi, secondo il geometra, sono stati invitati – attraverso le associazioni – alle riunioni preliminari in cui sono stati illustrati i primi disegni. «Gli amanti delle due ruote sapevano benissimo di questa scelta – conclude Scaccianoce – non vedo perché adesso che la pista è terminata decidano di tirare fuori una polemica onestamente pretestuosa». 

Mattia S. Gangi

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