Lumia & Crocetta insistono: da soli contro tutti, alla faccia dei renziani dissidenti

LA RIUNIONE DEI SEGUACI DI RENZI DI QUALCHE GIORNO FA, A PALERMO – CON LE SOLE ECCEZIONI DI FERRANDELLI E ZAMBUTO – SI E’ CONCLUSA CON L’INDICAZIONE DI SFIDARE L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA (DIFESA A OLTRANZA DI NELLI SCILABRA) E LA PIAZZA (GLI SCIOPERI PREVISTI LA PROSSIMA SETTIMANA)

L’unico dato ceto è che il senatore Giuseppe Lumia e il governatore Rosario Crocetta sono più che mai intenzionati a tirare dritto. Sfidando, contemporaneamente, l’Assemblea regionale siciliana dove sono in minoranza, sfidando una parte dei renziani dell’Isola che ormai contestano apertamente la leadership di Davide Faraone e, soprattutto, sfidando mezza Sicilia ormai in rivolta, dai forestali ai lavoratori della formazione professionale, dai dipendenti degli enti che operano in agricoltura ai Sindaci che contestano la folle gestione dei rifiuti costruita attorno agli interessi, non esattamente ‘trasparenti’, dei ‘Signori delle discariche’.

Insomma Lumia e Crocetta non cedono nemmeno di fronte alla realtà dei numeri di Sala d’Ercole. A proposito della censura all’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra – l’abbiamo scritto un paio di settimana fa, lo ribadiamo oggi – sono più che mai intenzionati a sfidare l’Ars. Nel caso in cui la censura verrà approvata – cosa molto probabile – la bella Nelli potrebbe non dimettersi.

Insomma, il senatore e e il governatore hanno a disposizione l’ultima carta: la certezza che i parlamentari di Sala d’Ercole non manderanno a casa il Governo perché nessuno vuole perdere i 18 mila euro al mese. E su questo basano tutto. Quindi resistenza a oltranza, costi quel che costi.

In fondo, la riunione dei renziani siciliani di qualche sera fa è servita proprio a questo: a dare a Lumia e Crocetta il placet per continuare a lasciare il Governo regionale immutato, salvo qualche piccola variazione.

Certo, non tutti i renziani siciliani la pensano così. Il parlamentare regionale Fabrizio Ferrandelli e Marco Zambuto, al contrario, avrebbero marcato qualche differenza. Sollecitando, a quanto sembra, l’azzeramento della Giunta di Rosario Crocetta. Ma la loro linea non è passata.

Ciò non significa che Ferrandelli e Zambuto hanno perso. Perché nei territori sono tanti i dirigenti renziani che non condividono la linea di Lumia e Crocetta. 

Ma questo non sembra preoccupare più di tanto Lumia, Crocetta, Davide Faraone, Giuseppe Lupo e Totò Cardinale da Mussomeli, che a sala d’Ercole e fuori hanno deciso di serrare le fila. E comu fiunisci si cunta… 

Un’altra novità tra i renziani siciliani è rappresentata dall’appannamento, ormai sempre più evidente, dell’immagine del parlamentare nazionale, Davide Faraone.

Renziano della prima ora, Faraone, fino a qualche settimana fa è stato considerato il leader dei renziani siciliani. Ora non lo è più. Lo stesso Renzi, forse a malincuore, ha dovuto prendere atto delle insufficienze di Faraone, che in questi mesi ha sbagliato troppi passaggi. E l’ha sbattuto fuori dalla segreteria nazionale del Partito.

Clamoroso, per esempio, il ‘caso’ che Faraone ha creato in occasione della compilazione della lista del PD alle elezioni europee. Quando ha proposto il Sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, dopo che Renzi aveva assegnato il posto di capolista a Caterina Chinnici.

Un altro errore potrebbe essere stato la sponsorizzazione dell’incontro promosso qualche tempo da Totò Cardinale da Mussomeli e dai suoi ‘giannizzeri’. In pratica, una banda di riciclati a convegno per celebrare l’appoggio non al PD, ma al Governo Crocetta.

Solo che in questa convention di trasformisti-sopravvissuti in cerca di improbabili riconferme, non si capisce come e soprattutto perché, hanno fatto arrivare il vice segretario nazionale del PD, Lorenzo Guerini, che si è ritrovato in un ‘Paesaggio politico’ da Vicerè di Federico De Roberto. Cosa, questa, che sembra non essere piaciuta molto allo stesso Guerini. Anzi…

Ma la cosa che non sembra essere andata a genio a Roma è la gestione, da parte di Faraone, del ‘caso Sicilia’, cioè del bailamme tra Lumia e Crocetta da una parte e il PD siciliano dall’altra parte.

Invece di trovare una mediazione politica degna di questo nome, Faraone, appena Lumia e Crocetta gli hanno fatto intravedere una bella ‘scorpacciata’ di poltrone, non ci ha visto più dagli occhi e si è gettato nel ‘formaggio’ del Governo e, soprattutto, del sottogoverno. “Dimostrando – ci dice un nostro amico renziano in dissenso, ovviamente, con Faraone – di essere un ‘azzicca-forchetta’. Altro che leader dei renziani siciliani!”.

Infatti Faraone leader dei renziani siciliani non lo è più. Lo stesso Giuseppe Bruno, nominato assessore regionale al Lavoro, non viene riconosciuto come renziano tra i renziani di Sicilia, ma come espressione diretta di Faraone, che anche in questo caso ha ‘azziccato’ una bella forchettata nella Giunta…

Insomma, i dissensi, nell’area del Governo Crocetta, crescono. Si racconta che anche Giuseppe Lupo avrebbe i suoi problemi. Alcuni, tra i suoi, gli rimproverano di essere entrato nel Governo sbagliato. In un momento in cui la crisi finanziaria – accompagnata dalla gestione pessima dello stesso Governo regionale – non consente di dare risposte.

A quanto si racconta, questa volta Lupo avrebbe fatto tutto da solo, non ascoltando il suo tradizionale mentore, Sergio D’Antoni, che si dice non fosse d’accordo nella partecipazione al Governo. Per non parlare di Luigi Cocilovo, che qualche mese fa si è addirittura dimesso dalla direzione regionale del PD, in polemica con un partito allora troppo ‘sdraiato’ sul Governo Crocetta.

Insomma, l’assessore Maurizio Agnello sarebbe opera del solo Lupo. Anche se alcuni esponenti vicini all’ex segretario regionale del Partito confidano in un possibile cambiamento di opinione: “Il prossimo 4 ottobre è San Francesco e magari Lupo diventa buono e lascia Crocetta e Lumia…”.


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