Un comunicato di cinque associazioni rivela altri particolari di un progetto folle che, se realizzato, comprometterebbe un intero territorio e un'agricoltura di pregio. Il paradosso di una comunita' che si e' gia' orientata sulla raccolta differenziata dei rifiuti alla quale viene proposto un progetto altamente inquinante
L’ultima follia: un inceneritore di rifiuti a Calatafimi Segesta
UN COMUNICATO DI CINQUE ASSOCIAZIONI RIVELA ALTRI PARTICOLARI DI UN PROGETTO FOLLE CHE, SE REALIZZATO, COMPROMETTEREBBE UN INTERO TERRITORIO E UN’AGRICOLTURA DI PREGIO. IL PARADOSSO DI UNA COMUNITA’ CHE SI E’ GIA’ ORIENTATA SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI ALLA QUALE VIENE PROPOSTO UN PROGETTO ALTAMENTE INQUINANTE
L’ultima follia degli affaristi che imperversano in Sicilia è il progetto del mega inceneritore di rifiuti da realizzare nel Trapanese. Il nostro giornale ne parla da qualche giorno. Un comunicato diramato da un gruppo di associazioni fa ulteriore luce su l’ennesimo tentativo di inquinare la nostra Isola e di speculare sui rifiuti.
Le associazioni che si schierano contro questo folle progetto sono:
Rifiuti Zero Trapani (rifiutizero.tp@gmail.com),
Rifiuti Zero Sicilia (rifiutizerosicilia@gmail.com),
Zero Waste Sicilia: info@zerowastesicilia.it,
Zero Waste Italy (zerowasteitalia@gmail.com),
Eticologica (associazioneticologica@hotmail.com),
Tueri Naturam (tuerinaturam@gmail.com)
e LiberAmbiente (onlus@liberambiente.eu).
Questo nuovo ‘mostro’, che nella testa di chi l’ha pensato dovrebbe bruciare i rifiuti di cinque province siciliane (Palermo, Trapani, Agrigento, Enna e Messina), vedrebbe la luce nel territorio di Calatafimi-Segesta, un Comune della provincia di Trapani nel quale, guarda caso, va in scena da tempo la raccolta dei rifiuti porta a porta.
Grandiosi i ‘progettisti’ di questa nuova trovata: un inceneritore di rifiuti là dove esiste già la raccolta differenziata dei rifiuti! Un po’ come hanno fatto in provincia di Agrigento, dove la raccolta differenziata era al primo posto in Sicilia. E dove, oggi – a Siculiana – c’è la più grande discarica dell’Isola.
Nel comunicato leggiamo quello che in parte hanno comunicato venerdì scorso i grillini: e cioè che a Castellamare del Golfo lo scorso giovedì 23 ottobre è stato presentato il progetto di un gassificatore di rifiuti. L’impianto si estenderebbe per circa 120 ettari.
Lo ha presentato una società privata, arrivata non si capisce da dove. Tra gli organizzatori dell’incontro ci sarebbe il nuovo Sindaco di Calatafimi-Segesta, Vito Sciortino. Sono stati invitati altri Sindaci della Società di raccolta rifiuti (Srr) del comprensorio Trapani Nord (per la cronaca, le Srr dovrebbero prendere il posto degli Ato rifiuti).
Sciortino, ci raccontano, è stato eletto quatto o comunque mesi fa in una lista civica. Nel suo programma non c’è il gassificatore di rifiuti. Questo ‘valore aggiunto’ è frutto della sua testa, non di chi lo ha eletto.
“Il gassificatore in questione – si legge sempre nella nota delle associazioni – un inceneritore mascherato che serve a produrre combustibile da rifiuti, non sarà solo a supporto dei Comuni aderenti alla Srr Trapani Nord, ma bensì di cinque province (Trapani, Palermo, Agrigento, Enna e Messina). Se facciamo riferimento allart. 35 del ‘Decreto Sblocca Italia’, potrebbe importare anche rifiuti provenienti da tutte le regioni dItalia”.
Ecco gli effetti del ‘renzismo’ che arrivano in Sicilia: affari e distruzione dell’ambiente.
“Ricordiamo che limpianto dovrebbe sorgere a Gallitello (zona notamente sismica della Valle del Belìce e crocevia di rotte di uccelli migratori) – leggiamo sempre nel comunicato – nel Comune di Calatafimi Segesta che nel 2011 ha aderito con una delibera di Consiglio comunale allunanimità al protocollo internazionale ‘Rifiuti Zero’ dove lAmministrazione dichiara di impegnarsi a non destinare i rifiuti indifferenziati in impianti dincenerimento o affini. Ci stupisce pertanto come, con una nuova sindacatura, si possa in quattro mesi cambiare rotta, non considerare i danni allambiente e alla salute provocati da questi impianti e rimanere abbagliati dal baratto di possibile occupazione ignorando invece i posti di lavoro che ne derivano dalla raccolta differenziata e da tutta la filiera del riciclo”.
“Si tratta chiaramente – prosegue la nota delle associazioni – di un ritorno alla visione fallimentare dei precedenti governi regionali con gli sviluppi che tutti noi conosciamo sullaffaire dei termovalorizzatori. E bene sottolineare che tale impiantistica è stata ormai abbandonata da Paesi europei dopo anni di gestione dei rifiuti con il trattamento termico, perché è risultata fallimentare per ragioni economiche. A maggior ragione labbandono di questa pratica, tanto amata dallindustria sporca, è rafforzato dalle direttive europee che puntano decisamente secondo la gerarchia di gestione dei rifiuti, alla riduzione, al riuso, alla raccolta differenziata e al riciclo dei rifiuti come risorse”.
“LEuropa – si ricorda nel comunicato – impone di orientarci verso il completo recupero dei materiali e di conseguenza occorre andare verso labbandono di pratiche di combustione dei rifiuti soprattutto per motivi economici, ambientali e per tutelare le risorse ormai scarseggianti nel pianeta. Distruggere la materia in impianti di combustione dei rifiuti è antieconomico e impopolare”.
“Calare progetti dallalto e farli passare per proposte di progetti condivisi dalla comunità è assolutamente inaccettabile”.
Questo passaggio del comunicato è importante, perché i promotori del bizzarro incontro della scorsa settimana andato in scena a Castellammare del Golfo hanno tentato, per fortuna senza riuscirci, di far firmare ai Sindaci un protocollo d’intesa.
“Pertanto – prosegue la nota – riteniamo che sia importante finanziare e realizzare l’impiantistica che ha presentato per il territorio lallora Ato Tp1, oggi Srr Trapani Nord, ovvero l’impianto di compostaggio di Calatafimi, la piattaforma di selezione e valorizzazione del secco dei materiali della raccolta differenziata di Buseto Palizzolo e della discarica di Borranea, nella periferia di Trapani, con annesso impianto di pretrattamento meccanico biologico (TMB)”.
“I progetti dimpiantistica presentati – leggiamo sempre nel comunicato stampa delle associazioni – che già dispongono di decreti e autorizzazioni, necessitano solo del finanziamento finale e sono conformi alle esigenze di tutto il territorio Trapanese, nel rispetto delle direttive europee, nei principi che caratterizzano la Strategia Rifiuti Zero, nella salvaguardia dellambiente e specificità del nostro territorio ad alta vocazione turistica. Pertanto è assolutamente inutile un progetto di gassificatore”.
Le associazioni ricordano i danni che gli inceneritori di rifiuti provocano nell’ambiente: danni ai terreni agricoli provocati dalle diossine presenti nei fumi. Il tutto nella prima provincia siciliana per la produzione del vino. A cui si accompagna, da sempre, un’ortofrutta di qualità e, naturalmente, l’olivicoltura. Insomma: distruggere l’agricoltura di una parte importante della provincia trapanese per la bella faccia di chi ha progettato questa follia. In una parte della Sicilia che già si muove verso la raccolta differenziata e la riutilizzazione di tutti i rifiuti.
“Ci sorprende inoltre lestrema fretta con la quale il progetto del ‘Gassificatore’ è stato presentato ai sindaci della Srr Trapani Nord – prosegue il comunicato – e la relativa stipula del Protocollo dintesa, fortunatamente non sottoscritto. Occorre non avventurarsi in soluzioni magiche di mostri tecnologici come gli inceneritori che gravano sull’attuale e future generazioni. Lo afferma anche il Ministro allAmbiente Galletti che in Italia non occorrono altri termovalorizzatori/gassificatori, ma serve puntare sulla riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica attraverso il riuso, la raccolta differenziata e il riciclo per non incorrere in pesanti penalità dellUE”.
Le associazioni firmatarie del comunicato garantiscono la disponibilità a fornire ai Sindaci e ai Consigli comunali della Srr Trapani Nord tutto il supporto tecnico-scientifico e medico avvalendosi del parere autorevole di personalità internazionali che possono dimostrare, con dati precisi, i danni economici, sulla salute e sullambiente scaturiti da tali impianti.
Le associazioni Rifiuti Zero Trapani, Rifiuti Zero Sicilia, Zero Waste Sicilia, Eticologica, Tueri Naturam, LiberAmbiente e Zero Waste Italy assumono quindi una posizione netta di contrarietà in merito al progetto dellimpianto di gassificazione nel territorio di Calatafimi e in ogni altro luogo del territorio regionale o nazionale e dichiarano che monitoreranno levolversi della proposta dello progetto nel rispetto delle leggi regionali, nazionali e comunitarie in materia di gestione dei rifiuti.
Le associazioni firmatarie annunciano inoltre, che, qualora fosse necessario, si avvarranno della Convenzione europea di Aarhus volta a garantire, all’opinione pubblica e ai cittadini, il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente.
Nota a margine
Egregio assessore regionale all’Energia, Salvatore Calleri: è informato di questo progetto? E che ne pensa? Che cosa pensa il presidente della Regione, Rosario Crocetta? E cosa pensa il senatore Giuseppe Lumia?