L’u(ma)nità della nuova stagione a Scenario pubblico «Fare arte per incidere sullo sviluppo del territorio»

Non è una conferenza incravattata quella che si è svolta a Catania negli spazi di Scenario pubblico, centro nazionale di produzione della danza, per la presentazione della stagione 2017/2018 U(ma)nità, ScenarioDanza. Ci tiene a precisarlo il direttore Roberto Zappalà, che spiega subito la scelta del titolo suggestivo dato all’appuntamento della rassegna che porta avanti da quattro anni. «Siamo alla quarta edizione di questo nuovo percorso che ha raccontato al pubblico gli esili, l’accoglienza e l’importanza di dare qualcosa e che oggi punta sul concetto di umanità». Con una parentesi che fa riflettere in senso più ampio. «Dobbiamo cercare, tutti insieme, di dimostrare più umanità – continua Zappalà – non solo tra di noi, ma anche stabilendo una relazione più stabile con l’arte e creando rapporti con l’obiettivo di raggiungere una certa serenità all’interno della società».

Un progetto, quello di Scenario Pubblico, che ha poco a che fare con un’ordinaria scuola di danza e molto con i concetti di residenzialità, pluralità dei linguaggi e corpi in movimento, oltre che con attività educative, workshop e incontri. «Non si tratta più solo della semplice presentazione di performance e del piacere di vedere corpi in movimento – chiarisce il coreografo – ma l’indirizzo specifico del nostro modo di lavorare va verso l’obiettivo di dare unità sociale attraverso il linguaggio del corpo e lavorare sulla progettualità, un aspetto che da noi manca e che dovrebbe spingere un direttore artistico a fare delle scelte che possano incidere sul percorso di emancipazione di un territorio. Da qui l’importanza del ruolo svolto dalle residenze sociali, in cui si alternano videomaker, studiosi, coreografi, danzatori. Perché ospitare gli artisti direttamente in città è, forse, «l’unico modo per stimolare il desiderio di conoscere questo ambito e per cominciare a utilizzare la parola danza in modo più serio, professionale e rispettoso». 

Partendo anche dai bambini, che verranno coinvolti nel programma attraverso dei momenti dedicati nella sezione educativa Kids, e dagli istituti scolastici. «Siamo uno strumento di crescita per tutte le scuole di danza e lavoriamo per rendere la società più consapevole delle possibilità offerte nel nostro campo, coinvolgendo anche coreografi importanti». Non grandi stelle o personaggi popolari, ma artisti in grado di lasciare un segno in città nell’ambito creativo. Diverse le collaborazioni instaurate per il nuovo cartellone, che prevede, oltre alle 13 performance in abbonamento, presentazione di testi sulla danza, incontri all’università, la creazione di un rapporto diretto tra artisti e amatori, che potranno immergersi nel mondo delle coreografie attraverso i focus su artisti contemporanei, video danza e coreografi emergenti. Verranno ospitate la Abbondanza Bertoni diretta da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, l’artista Piergiorgio Milano, la compagnia mk di Michele Di Stefano e la tedesca Steptext Dance Project. In scena anche il collettivo MoDem, gruppo di giovani danzatori guidati dai coreografi Milan Tomasik e Maud de la Purification.

Se tra le novità c’è la collaborazione con la Ferrovia Circumetnea di Catania, continuano quelle storiche con Ame (Associazione musicale etnea) con cui verrà co prodotto lo spettacolo conclusivo del percorso MoDem Pro, e con il Farm cultural park di Favara. «Anche se la stagione è già cominciata con l’undicesima edizione di UvaGrapes Catania contemporary dance che si sta svolgendo in questi giorni nei nostri locali (oggi in scena la compagnia Spellbound contemporary ballet, ndr) – sottolinea Roberto Zappalà – il vero inizio di stagione sarà il 21 ottobre, quando la fermata Giovanni XXIII della metropolitana di Catania, che ha subito accolto il nostro invito per una partnership, ospiterà per una settimana la rassegna di video danza che l’anno scorso si è tenuta da Scenario e la performace Dance Attack». Catania si muove è il titolo scelto per questi appuntamenti metropolitani, che dimostrano come «la danza porti avanti un lavoro di emancipazione e progresso consapevole del nostro territorio, invitando anche a lavorare insieme per ridurre smog e traffico attraverso gli spostamenti sostenibili».


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