L’Onu si schiera con le battaglie indipendentiste di Catalogna e Scozia

“Le Nazioni Unite rispettano i processi di Autodeterminazione dei Popoli”: hanno suscitato molto entusiasmo le parole pronunciate dal  Segretario Generale dell’Onu, Banki-moon,  a proposito del  processo di indipendenza  in atto  in Catalogna e in Scozia. 

L’occasione, una sua visita in Andorra, la settimana scorsa, per celebrare il ventesimo anniversario dell’entrata d i questo piccolo Stato indipendente nell’Organizzazione delle Nazioni Unite .

Senyors i senyores, bon dia” ha esordito in conferenza stampa, sfoggiando  un saluto in catalano, lingua ufficiale del Paese, che è stato accolto come un omaggio all’identità di un popolo. 

Il Segretario dell’Onu   ha esortato  gli Stati centrali a rispettare le aspirazioni secessioniste  e a negoziare pacificamente:  “Tutte le questioni in sospeso tra i Paesi dovrebbero essere risolti pacificamente e attraverso il dialogo, nel rispetto delle reali aspirazioni delle persone interessate.

Faccio appello ai leader di tutto il mondo per esercitare la loro leadership politica e la loro capacità di risolvere tutte le controversie attraverso il dialogo e mezzi pacifici”, ha sottolineato Ban ki-moon riferendosi ai processi di autodeterminazione  in corso in numerose regioni europee.

Un appello che non è casuale. A Madrid, ad esempio, si sta facendo tutto per ostacolare il referendum per l’indipendenza della Catalogna, mentre in Scozia dovrebbe quasi certamente celebrarsi nel 2014.

Ma in Catalogna nessuno ha intenzione di arrendersi. C’è un popolo unito, che continua a combattere per il suo diritto all’autodeterminazione. E che, alle ultime elezioni ha confermato la sua linea, premiando un partito indipendentista di sinistra, l’Esquerra Republicana de Catalunya (Erc). 

C’ da ricordare che, anche la ‘questione siciliana’,  è arrivata all’Onu. Un dossier di denuncia di tutte le violazioni  dello Statuto siciliano operate dallo Stato italiano negli ultimi 60 anni è stato consegnato ai funzionari delle Nazioni unite, come vi avevamo raccontato qui.

Ma a differenza della Catalogna e della Scozia, in Sicilia, dove la febbre dell’indipendentismo rimane alta (come lava che arde sotto la cenere)

i  movimenti separatisti  e/o autonomisti, pur essendo tanti e vivacissimi,  non riescono ad acquisire una massa critica rilevante per l’incapacità di unirsi sotto un’unica bandiera.

E soprattutto la  Sicilia non è ancora riuscita a liberarsi di una classe  politica  governante che, un po’ per ignoranza (nel senso socratico del termine) e un po’ per opportunismo, continua a svendere la storia di questa Regione, le sue potenzialità e i suoi interessi, al Governo Nazionale di turno, e ad una Unione europea ormai utile a servire solo le oligarchie finanziarie.

Per approfondimenti sul tema vedi gli articoli qui sotto allegati:

 

Abbiamo un sogno ….domani la Catalogna indipendente, a seguire la Sicilia!
Allo stadio di Barcellona un concerto per la libertà della Catalogna
La Catalogna proclama la sua Sovranità. E la Sicilia?
L’Autonomia siciliana e la Sinistra
Crocetta scelga: o Bianchi o la Sicilia
Catalogna, un altro passo verso l’Indipendenza
La questione siciliana all’Onu
Esclusiva/Gli indipendentisti della Sinistra Catalana a LinkSicilia:”La causa separatista è più viva che mai”
Il fuoco dell’Indipendenza non si spegne
Il vento dell’indipendenza/In Catalogna c’è chi non paga più tasse a Madrid
Scozia, sì al referendum per l’indipendenza. E da noi in Sicilia quando?
Dalla Spagna la rivolta contro l’Ue dei massoni nemica delle Regioni (anche in Italia)
La Sicilia in un’Europa sempre meno libera (e sempre più massonica)
La Sicilia regala all’Italia 10 miliardi di euro l’anno (almeno)
L’Italia nelle mani del ‘Gruppo di Bilderberg, la ‘cupola’ della finanza mondiale

 


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