Nel cuore della bella stagione, tra i locali dei resort e gli ombrelloni delle coste siciliane, si cerca di allontanare lo spauracchio della zona gialla. Che sugli spostamenti non inciderebbe granché, ma che, a sentire le sigle sindacali, avrebbe già influito sulle prenotazioni delle strutture alberghiere facendo registrare qualche disdetta di camere e posti letto. Stando all’ultimo scenario sull’andamento dei contagi da Covid-19, la Sicilia rischierebbe di superare l’incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. Questo dato, accostato alla campagna vaccinale con qualche frenata e alle ospedalizzazioni in crescita, si porta dietro il fantasma di una possibile zona gialla che, fino a qualche giorno fa, si pensava potesse scattare sin dal 16 agosto. Al momento l’ipotesi è stata accantonata. Ipotesi che, però, stando a sentire i sindacati, ha già cominciato a condizionare il flusso turistico.
Per questo motivo Monja Caiolo, segretaria generale di Filcams Cgil e le altre due segretarie regionali Mimma Calabrò e Marianna Flauto di Fisascat Cisl e Uiltucs, chiedono alla Regione di fare chiarezza su eventuali passaggi ad altre fasce di rischio. «Le ultime voci che parlavano di possibile zona gialla hanno spinto alcuni a cancellare le prenotazioni – afferma Caiolo a MeridioNews – Ci aspettiamo che, se ci dovessero essere le condizioni per la zona gialla, siano comunicate in maniera chiara e, soprattutto, che non incidano sui lavoratori e sulle lavoratrici del settore, spesso assunti con contratti stagionali o in nero». Le tre sigle sindacali, oltre a scrivere un comunicato congiunto, hanno espresso le loro perplessità al presidente della Regione Nello Musumeci. «Sul settore turistico è stato fatto poco in questi mesi – continua Caiolo – I lavoratori sono esposti al contagio: e se da un lato, ci sono segnali di ripresa, dall’altro bisogna intensificare i controlli perché le vacanze non devono rappresentare un rischio».
Oltre alla sicurezza, per Caiolo il passaggio dell’Isola nella fascia di rischio gialla si riverserebbe soprattutto sui precari. «Se la situazione dovesse farsi preoccupante, vogliamo che i lavoratori vengano tutelati – sottolinea la sindacalista – Le attività devono far rispettare le norme anti-Covid e chiedere il green pass: in questo senso, chiediamo norme chiare a tutela sia dei dipendenti che dei turisti, perché c’è ancora confusione». Una mancanza di chiarezza da parte delle istituzioni che, accompagnata dall’aumento dei contagi, per i sindacati potrebbe determinare un’interruzione prematura della stagione. «Buona parte di chi lavora nel settore è precario – sottolinea Caiolo – Se la stagione dovesse fermarsi improvvisamente, gli impiegati rischierebbero di non percepire nemmeno la Naspi (sussidio di disoccupazione, ndr). Alcuni albergatori ci hanno manifestato la loro preoccupazione e, in maniera ufficiosa, ci hanno fatto sapere di alcune disdette per i giorni che vanno dal 23 agosto in poi. L’allarme è arrivato non solo da Taormina, città vocata al turismo straniero, ma anche da altre località dell’isola che aspettano turisti italiani e stranieri». Per scongiurare il peggio, nei confronti di una filiera che sta di nuovo cercando di muovere i primi passi, i sindacati chiedono maggiore attenzione. «Oltre a più controlli e a norme più semplici – conclude Cajolo – Ci aspettiamo che i lavoratori del settore, davanti a possibili cambiamenti, possa accedere più facilmente agli ammortizzatori sociali».
La poca chiarezza e la molta confusione sull’applicazione delle norme da seguire viene confermata anche da Nico Torrisi. Tuttavia il presidente regionale di Federalberghi invita i sindacati a non creare allarmismi. «Noi non abbiamo avuto nessuna segnalazione di disdette da parte degli albergatori dell’Isola – dice Torrisi a MeridioNews – Il settore si sta riprendendo dopo due anni di profonda crisi. Non vedo i motivi per creare perplessità a chi non ha ancora prenotato. Oltretutto – aggiunge – non possiamo parlare di zona gialla che, se dovesse essere decisa, non arriverà all’improvviso». Oltre a rappresentare gli albergatori dell’Isola, Torrisi è amministratore di Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania. «Stiamo avendo un flusso di gente che, nei numeri, ricorda quello del 2019. Però è vero che ci vorrebbero norme più chiare – ammette – L’invito non è solo alla Regione, che sta facendo dei tamponi a tappeto, ma alle istituzioni in generale. Non possiamo assumerci ulteriori costi per i controlli. C’è ancora molta confusione per chi deve viaggiare. Quella del green pass, per esempio, è una misura necessaria – evidenzia Torrisi – E la polemica, anche di alcuni addetti ai lavori, non fa altro che generare altro caos non necessario».
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