Il governatore della regione Sicilia si dimetterà dal suo incarico il 28 luglio e ha formalizzato il calendario che porterà alle nuove elezioni il 28 e 29 ottobre. Grande incertezza sul nome del suo successore, visto che lo stesso presidente dell'Mpa non ha intenzione di ricandidarsi. Anche se qualche nome nel cassetto dice di averlo già
Lombardo annuncia le dimissioni a luglio «Confermo che non mi ricandiderò»
«Annuncio le mie dimissioni per fare chiarezza». Così Raffaele Lombardo, incontrando la stampa, ha comunicato la fine del suo mandato come governatore della regione Sicilia. Lo aveva promesso già alla notizia dell’imputazione coatta per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il trasloco da Palazzo d’Orleans – come spiega il presidente del Movimento per l’autonomia – si concluderà il 28 luglio. Già decisa la data per le nuove elezioni: i siciliani andranno alle urne il 28 e 29 ottobre. «Ho preferito il voto a fine ottobre perché in questo modo aumenta il margine di tempo con il voto nazionale – ha spiegato il governatore – Si parla di elezioni politiche a marzo».
D’accordo con la decisione di votare in autunno è Francesco Cascio, presidente dell’Assemblea regionale: «Se si fosse dimesso oggi – ha spiegato – non avremmo potuto portare a termine molti provvedimenti importanti. Invece in questo modo avremo la possibilità di chiudere la sessione estiva con provvedimenti tra cui quello sui forestali, l’Esa e i trasporti. Dimettersi oggi, oltre a voler dire il voto in piena estate, avrebbe lasciato la Regione in grande difficoltà. Invece in questo modo ha dimostrato un gesto responsabile», ha concluso.
Lombardo, coinvolto con il fratello deputato dell’Mpa Angelo nel processo in svolgimento a Catania che li vede accusati di voto di scambio, non ha intenzione di partecipare nuovamente alla corsa elettorale: «Confermo che non mi ricandiderò – ha affermato con decisione – Lo confermo due volte con firma autenticata». Sul procedimento che lo riguarda si mostra altrettanto sicuro: «Il termine giusto per spiegare la mia vicenda giudiziaria è travisamento – dichiara – Se Dio vuole non mancherò a nessuna udienza, questa vicenda mi coinvolge e mi interessa seguirla da vicino». E in effetti nel corso della seconda udienza ha anche reso delle dichiarazioni spontanee.
Già dallo scorso marzo, poco dopo la comunicazione del gip Luigi Barone di imputare i due Lombardo, erano state numerose ed eterogenee le reazioni politiche. Adesso più che allora, si apre uno scenario inconsueto e incerto. Da una parte il Partito democratico, spaccato in Sicilia tra quanti hanno appoggiato il governo Lombardo e chi ne ha denunciato l’incompatibilità politica. Dall’altra un Mpa che non ha un referente altrettanto forte quanto il suo stesso fondatore. Nell’Isola, il Pdl si trova – così come nel resto d’Italia – in un momento di particolare debolezza. Per Lombardo, la soluzione sembra essere una coalizione che funga da partito unico, senza opposizione: «Con l’Mpa, Api, Fli e Mps – spiega – è nato il nuovo Polo per la Sicilia che ha dato corpo a questa alleanza. La mia speranza è che anche con il Pd l’alleanza costruita in questi anni possa continuare anche in vista delle prossime regionali».
Un ritratto del suo successore sulla poltrona di governatore? «Deve essere competente, trasparente e appassionato. Dovrà considerare questo impegno come la cosa più importante della sua vita, se non l’unica – continua – così come è stato per me, o quasi, adesso non esageriamo». E svela di avere già qualche nome in testa.
Poco più di cinque mesi quindi per trovare una candidatura forte, a destra come a sinistra. Un candidato credibile. La domanda che ci perseguiterà fino alle urne è una sola: chi votare?
[Foto di Forum PA]