L’Oleandro parcheggiato in periferia

Questa storia è davvero triste, già non resisto più in questo stupido vaso…

Scusate, non mi sono ancora presentato, sono Oleandro, e fino a un paio di settimane fa, troneggiavo insieme ai miei amici, nella aiuola della salita di Sangiuliano.
In questi decenni, ne ho viste di tutti i colori, ma è ultimamente che mi sentivo rincuorato e voglioso di vivere; da quando un po’ di tempo fa hanno deciso di trasferire la facoltà di lingue in piazza Dante, la percentuale di ragazze che mi guardavano e si riparavano sotto la mia tenera ombra è aumentata pericolosamente, facendo ingelosire la mia amata Oleandra che mi scrutava immobile dall’altro lato della strada.

  In poche ore, la mattina del 14 ottobre, una schiera di giardinieri comunali ci ha sfrattati, a nulla è servita la protesta di coloro i quali erano affezionati a noi. Il sindaco è intervenuto troppo tardi, proprio nel momento in cui mi stavano forzatamente trasferendo in quel fetido camion; anche se avevo le mani dei giardinieri addosso, sono lo stesso riuscito a udire quanto stava accadendo. Il sindaco ha deciso, forse in vista dell’imminente campagna elettorale, di avviare un nuovo tipo di democrazia partecipativa; quale migliore occasione per inaugurarla? Tutti a casa (i giardinieri naturalmente, perché a me ed ai miei amici aspettavano ore travagliate, dal deposito sullo scomodissimo camion al lungo viaggio apparentemente senza meta). Io ero tranquillo, ma il mio amico, un certo ingegner turi oleandribus non riusciva a trattenere le lacrime, affezionato com’era al posto in prima fila all’annuale festa di sant’Agata.

Proprio ieri, due ragazzi della facoltà di lingue mi sono venuti a trovare allo sperduto vivaio comunale, dove pernotto gratuitamente in una squallida camera-vaso, insieme ad altri diciotto miei colleghi sventurati e in triste compagnia dei secolari san pietrini che fino a qualche anno addietro, facevano compagnia alle migliaia di scarpe che giornalmente calpestavano la via Etnea.

  Il mio migliore amico Oleandrus, è riuscito a carpire alcune informazioni, direttamente dagli addetti stampa del sindaco, che sono stati così coraggiosi da giustificarsi sostenendo la tesi che noi oleandri eravamo troppo alti per andare d’accordo con i prossimi ospiti dell’aiuola della salita di Sangiuliano, dei sensualissimi pali che sosterranno un nuovo tipo di illuminazione artistica. In poche parole, verremo sostituiti da colleghi oleandri più giovani e bassi. E noi che fine faremo? Ma soprattutto, la mia amata Oleandra, che si trova ancora in via di Sangiuliano, che fine farà? Verrà sradicata pure lei oppure c’è la speranza che almeno il suo futuro sia roseo e non grigio come il colore di quegli stupidissimi e antipaticissimi san pietrini?

Spero che quei due ragazzi della facoltà di lingue, mi tornino presto a trovare, con notizie più certe sul futuro di Oleandra e delle sue amiche, dato che ci hanno promesso che seguiranno animatamente la riunione di giorno 22 ottobre in cui si discuterà anche del futuro di quei pochi superstiti.

By un triste Oleandro.

21/10/2004

Carmelo Greco

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