Locali chiusi per multe? Il no della sigla Fipet Tudisco: «Perché così non si tutela commercio»

La Federazione italiana pubblici esercizi e commercio (Fipet-Cidec) ha presentato all’amministrazione comunale una proposta di modifica all’ordinanza sindacale sull’indebita occupazione di suolo pubblico. Un provvedimento, firmato dal sindaco Enzo Bianco, che presenta caratteristiche «non approvate dai commercianti». A parlarne, in un incontro con la commissione al Commercio guidata da Ludovico Balsamo, con alcuni consiglieri comunali e con l’assessora alle Attività produttive Angela Mazzola, il presidente Fipet Roberto Tudisco e la vicepresidente della sigla Elena Malafarina. Il documento che i commercianti hanno presentato a Palazzo degli elefanti è stato redatto insieme ai legali Marco Camilleri Giancarlo Modena

Durante la riunione istituzionale, all’interno della quale non sono mancati i momenti di tensione, è stata sottolineata la necessità di «distinguere il trattamento sanzionatorio tra gli abusivi e coloro che sono in possesso delle autorizzazioni, circostanziando il campo di applicazione dell’ordinanza», spiegano in una nota Tudisco e Malafarina. Che hanno puntato molto su «una modulazioni delle multe, secondo un principio di gradualità. Vogliamo che si elimini il punto secondo il quale dopo il primo verbale all’attività commerciale, la stessa debba chiudere», continuano i rappresentanti degli imprenditori. Per i quali si potrebbe pensare a una chiusura del locale «solo in presenza di casi accertati di recidiva». 

«L’ordinanza sindacale, secondo l’amministrazione, è stata fatta per tutelare il commercio ma i risultati sono assurdi», continuano i rappresentati. «Anche perché gli abusivi totali sono indisturbati e sereni, e non ci sembra che nei loro confronti non siano mai state emanate ordinanze urgenti», aggiungono. «La linea che separa la commedia dalla tragedia viene superata quando ci si rende conto che le istituzioni chiamate a incentivare il commercio si impegnano invece per ucciderlo, senza rendersi conto dell’odissea che devono affrontare gli imprenditori che, a volte, non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese». Per la questione definita «urgente», i commercianti attendono una replica del primo cittadino. «Come si dovrebbe fare impresa? Come si può investire in un territorio che umilia, punisce e vessa coloro che scelgono di fare questo lavoro?» , si domandano i lavoratori. «In due anni e mezzo gli imprenditori non sono stati aiutati in nessun modo», concludono. 


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