Dietro un compenso in denaro, il poliziotto avrebbe preso la droga dalla moglie e dai figli di un detenuto. Introdotta all'interno del penitenziario, la sostanza stupefacente sarebbe poi stata venduta ad altri carcerati. Sei le persone indagate dopo una segnalazione
Lo spaccio di droga dentro il carcere di San Cataldo Tra i sei arrestati c’è anche un agente penitenziario
C’è anche un agente penitenziario tra le cinque persone finite ai domiciliari per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga, corruzione e utilizzo illecito di cellulari all’interno del carcere di San Cataldo, nel Nisseno. Pure un detenuto è stato arrestato nell’operazione che è scattata all’alba.
Su richiesta della procura di Caltanissetta, il gip ha emesso le ordinanze. Le indagini hanno avuto inizio dalla segnalazione del comandante del reparto di polizia penitenziaria della casa di reclusione di San Cataldo. Gli inquirenti hanno accertato che l’assistente capo S.C.M., in forza nella struttura, dietro compenso in denaro avrebbe provveduto a introdurre sostanze stupefacenti nel penitenziario e che il detenuto S.Z., a cui la droga veniva recapitata, si sarebbe occupato di venderla ad altri detenuti.
La droga sarebbe stata consegnata dalla moglie e dai due figli del recluso, tutti residenti nel Palermitano, al poliziotto che, approfittando delle sue funzioni, l’avrebbe consegnata al detenuto. Individuate anche altre quattro persone: tre detenuti (G.G.; V.R. e A.M.) e un palermitano (R.S.) tutti indagati nell’ambito del procedimento penale. Le indagini hanno dimostrato che con un cellulare in cella sarebbero stati perseguiti obiettivi criminali e, mantenendo continui rapporti con l’esterno, si sarebbero consolidate anche posizioni di leadership all’interno del carcere.