L’edificio è stato restaurato. I soldi pubblici sono stati spesi. Ma l’ex Hotel Patria, dislocato nel cuore del Centro storico di Palermo, resta inagibile. Con buona pace degli studenti universitari fuori sede che dovrebbero utilizzarlo come pensionato. Una storia incredibile di superficialità e di cattiva amministrazione della cosa pubblica. Una delle tante manifestazioni di una città allo sfascio.
Il tema viene affrontato stamattina, a Palermo, nel corso di una conferenza stampa prosossa dai giovani di Rifondazione comunista. L’appuntamento è alle 12,00, presso il Circolo F. Vella (via Alloro n. 104). L’occasione per denunciare una storia che ha dell’incedibile.
L’ex Hotel Patria, proprietà dell’ Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), viene concesso all’ERSU dopo essere stato ristrutturato dallUniversità di Palermo e dallo IACP.
Dopo la conclusione dei lavori di ristrutturazione del 2008, ha inizio la fase di arredamento dello stabile, per la quale sono stati spesi circa 200 mila euro. L’edificio resta tuttavia inagibile e inutilizzato dal 2009, dotato di una sorveglianza 24 ore su 24, servizio a carico dellERSU. Nonostante i tempi lunghi e gli ingenti fondi destinati alla riabilitazione dell’edificio, lo stabile non possiede ancora i requisiti necessari e indispensabili per potere essere destinato a pensionato universitario, a causa di innumerevoli errori progettuali. Tra questi errori progettuali spicca lincredibile e ingiustificabile inesistenza di una scala di accesso alle vie di fuga in caso di immediata evacuazione. Il progettista e direttore dei lavori è stato il professore Umberto Di Cristina.
“LHotel Patria – dichiarano Cecilia Giordano e Paolo Toro, rispettivamente segretaria del circolo F. Vella e cordinatore provinciale dei Giovani Comunisti – è simbolo dello spreco di denaro pubblico, se si pensa alla sempre più forte richiesta di posti letto da parte degli studenti fuori sede: sono infatti più di 1100 questi studenti che, pur essendo stati ritenuti idonei dall’ERSU come beneficiari dell’alloggio gratuito, non potranno usufruirne. L’università ha infatti a disposizione soltanto 700 posti letto, un numero esiguo e insufficiente a soddisfare la forte domanda. La riapertura dell’Hotel Patria restituirebbe, senza ombra di dubbio, vitalità sociale e produttiva a un territorio, il centro storico, troppo spesso privato delle proprie risorse e fortemente limitato nel suo sviluppo”.
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