Lite condominiale degenera in tentato omicidio: due arresti a Catania

Una lite tra vicini si trasforma in un’aggressione e una giovane donna finisce in codice rosso al Pronto soccorso, colpita più volte al collo, alla spalla e all’avambraccio. Non è la scena di un film, ma quanto accaduto la sera del 20 luglio in un quartiere di Catania, dove il conflitto per futili motivi condominiali si è trasformato in un tentato omicidio. A distanza di pochi giorni la polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Valeria Razza, classe 1991, e di Brian Jonathan Catania, classe 1999. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due indagati sarebbero gravemente indiziati di tentato omicidio aggravato per Razza, violenza privata aggravata e con metodo mafioso per Catania.

Tutto sarebbe cominciato con un diverbio condominiale. Ma ben presto le parole si sarebbero trasformate in un’escalation di minacce e violenze. Brian Jonathan Catania, secondo l’impianto accusatorio, avrebbe aggredito verbalmente la vittima e un suo ospite, intimando alla donna di lasciare il condominio, pena gravi ritorsioni. A rendere ancora più inquietanti le minacce, la rivendicazione da parte dell’uomo della propria appartenenza al clan mafioso Cappello, oltre alla dichiarata disponibilità di armi. Il conflitto è quindi degenerato: Razza avrebbe afferrato un coltello e colpito ripetutamente la giovane donna, mirando al collo e ad altri punti vitali. Alcuni presenti sarebbero riusciti inizialmente a fermarla, ma – stando agli atti – la 34enne avrebbe ripreso l’aggressione pochi istanti dopo, pronunciando frasi che avrebbero lasciato intendere un chiaro intento omicidiario. Il tutto davanti i figli minorenni.

La vittima, gravemente ferita, si è presentata intorno alle 20.30, in condizioni critiche, al Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro di Catania, dove è stata immediatamente ricoverata in codice rosso e, secondo quanto ricostruito da MeridioNews, senza fornire, almeno in un primo momento, indicazioni sulle generalità degli aggressori. Le coltellate, in particolare quella al collo, hanno messo a rischio la sua vita, data la presenza di importanti vasi sanguigni in quella zona. Le indagini hanno avuto un contributo decisivo dai sistemi di videosorveglianza, da cui è stato estratto l’audio che testimonierebbe la volontà omicida. I due indagati si trovano ora ristretti in carcere, in attesa degli sviluppi giudiziari.


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