L’Italia del cittadino Berlusconi

Un’aula gremita di persone quella che ha ospitato l’incontro-lezione con Alexander Stille, professore della Columbia University e noto studioso del fenomeno Berlusconi. Ragazzi dalle facce attente ascoltavano entusiasti le parole di Stille. Uno studioso che, dato il non coinvolgimento con il nostro paese ci può fare guardare i fatti – afferma il professore Granozzi –  come da un binocolo messo al contrario, dove la distanza con cui viene osservato il nostro sistema politico ci può aiutare a capire come nel mondo vedono il fenomeno, più volte definito da Stille, “anomalo”.

 

Come anomale sono le posizioni politiche di un antiberlusconismo doc. Nessuna speranza di miglioramento emerge dalle parole di Stille che elogia la capacità che ha avuto Berlusconi nel trasformare un problema di regole in un problema di contrapposizione destra vs. sinistra, il problema del conflitto di interessi che secondo Stille la stessa destra italiana dovrebbe porsi, se così non farà “non riuscirà mai a crescere”, citando il caso Follini che in consiglio dei ministri è stato minacciato da Berlusconi ma il cui caso è stato oscurato dalle televisioni e dai giornali italiani.

 

Stille discute benissimo e senza mai incepparsi, toccando i punti cardine del sistema politico italiano, un sistema che ci rende agli occhi di tutto il mondo come un paese “strano”. La cosa che più lo ha colpito come osservatore esterno è il fatto che gli italiani sono rimasti poco scandalizzati dalle anomalie del berlusconismo perché ormai abituati a fatti incredibili come lo strapotere della Fiat, le implicazioni statali nell’impossibilità della nascita di un terzo polo televisivo. E’ stato proprio quando Berlusconi ha capito che il suo impero era sottoposto a gravissimi rischi che ha deciso di scendere in campo politicamente. Sarebbe stato più semplice per lui controllare il tutto da dentro. E così è stato.

Le critiche di Stille non si fermano di certo al conflitto di interessi, poiché la sua analisi di Berlusconi è molto più profonda di quella che emerge guardando semplicemente il documentario da lui curato “Citizen Berlusconi”. Per la prima volta nella storia della politica mondiale – afferma Stille – Berlusconi è riuscito a creare il proprio elettorato prima ancora di avere un elettorato e questo è stato possibile solo grazie al potere mediatico che Berlusconi possiede. Al di là dei luoghi comuni che caratterizzano il discorso italiano sul conflitto di interessi, l’analisi di Stille si sofferma sul problema del non-decollo dell’economia italiana: “I fondamentali campi dell’economia italiana sono stagnanti, questo perché Berlusconi è incapace di aprire a questi campi là dove non gli conviene poiché ci è dentro con le sue aziende, il libero mercato non conviene a chi possiede le maggiori imprese ed è inserito in svariati settori dell’economia”.

 

La lezione ha dato spazio anche alle domande degli studenti e dei presenti. Stille con molta disponibilità ha appuntato le domande (non come gli appunti misteriosi che Berlusconi ha preso durante il faccia a faccia televisivo con Prodi) ed ha pazientemente risposto. Una gradevole lezione che ha mantenuto incollate alle sedie le persone che gremivano l’aula A1 dell’ex monastero dei benedettini.


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