La morte della 22enne Lorenza Famularo, la notte tra il 22 e il 23 agosto, ha riportato al centro dell'attenzione il tema della rete ospedaliera. Mentre la procura e l'Asp indagano, i cittadini chiedono alla Regione un impegno a potenziare l'organico
Lipari, presidio continuo dei cittadini all’ospedale «Mancano i medici, così la nostra salute è a rischio»
«Quanto accaduto ci ha ricordato, se ce ne fosse stato bisogno, che può capitare a ognuno di noi». A parlare a MeridioNews è Fabrizio Famularo, uno dei circa duemila cittadini che ieri hanno manifestato al pontile di Lipari, a pochi giorni dalla morte di Lorenza Famularo – «è un cognome diffuso sull’isola, ma la conoscevo bene», spiega – la ragazza morta la notte tra il 22 e il 23 agosto, dopo diversi giorni in cui lamentava dolori all’addome e alla spalla. Sintomi che dall’ospedale sono stati affrontati con la prescrizioni di semplici antidolorifici. Adesso sul caso è stata aperta un’inchiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto, mentre l’Azienda sanitaria provinciale ha disposto un’indagine interna.
«Non si può morire a 22 anni, la notizia ha scosso l’intera isola ed è per questo che spontaneamente abbiamo occupato il pontile da cui partono gli aliscafi», racconta Famularo. La protesta è andata avanti per l’intero pomeriggio, dopo che in mattinata un nutrito gruppo aveva occupato l’ospedale. «Da anni la sanità a Lipari lascia a desiderare, ma non ce l’abbiamo con i medici in servizio – va avanti l’uomo -. Sulle cause della morte di Lorenza e i possibili errori commessi c’è chi è chiamato a fare chiarezza (l’autopsia si è svolta nei giorni scorsi, ndr). Quello che invece è chiaro a tutti è la carenza di organico che da anni caratterizza l’ospedale. Ci sono molti meno medici di quelli che la pianta organica richiederebbe – prosegue Famularo – e a loro tocca stare costantemente in reperibilità». Una condizione che se da una parte rischia di inficiare inevitabilmente la qualità del servizio, dall’altra comporta anche disagi concreti. «Può capitare di andare al pronto soccorso e non trovare il medico, che, essendo in quel momento reperibile, magari si trova dall’altra parte dell’isola».
Il comitato spontaneo che si è costituito all’indomani della tragedia e che costantemente presidia l’ospedale con decine di persone ha cercato un faccia a faccia con il direttore generale dell’Asp di Messina Paolo La Paglia e con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. «Il primo aveva proposto una videochiamata ma abbiamo declinato, serve capire di persona come stanno le cose – commenta Famularo -. L’assessore, invece, dopo averci invitato a stoppare l’occupazione ha promesso che arriverà qui. Da parte nostra non abbiamo intenzione di abbassare la guardia, pretendiamo venga riconosciuto il nostro diritto alla Salute».
A parlare della situazione a Lipari è stato ieri anche il presidente della Regione Nello Musumeci. «Ho chiesto all’assessore Razza di essere nei primi giorni della prossima settimana a Lipari, per incontrare l’amministrazione comunale e una rappresentanza del comitato per l’ospedale. Ma sarebbe giusto – ha scritto il governatore – tenere separate due questioni profondamente diverse: la dolorosa scomparsa della giovane donna, per la quale la Regione ha subito disposto un’ispezione (da cui sembrerebbero emergere profili di responsabilità personale e se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi), dalla fase di avanzamento dell’attuazione della rete ospedaliera su Lipari. I cittadini dell’isola rivendicano giustamente maggiori attenzioni e il loro grido d’allarme sarà ascoltato, con la dovuta attenzione. C’è anche il mio impegno. Ma le occupazioni e gli atti di forza – ha concluso Musumeci – servono solo a creare disagi a chi non ha colpe. Concorderemo assieme alla comunità locale il da farsi, ma in un clima di responsabile dialogo».