Voluto dall'allora soprintendente di Messina Gesualdo Campo, avrebbe dovuto portare i visitatori anziani o disabili su fino al museo archeologico per visitarlo. E invece è fermo da più di quindici anni perché «Regione e Comune non si sono messi d'accordo su chi doveva pagarne le spese», spiega Peppe Paino, giornalista locale
Lipari, ascensore per il museo mai utilizzato Costruito nel 1999, era costato 750mila euro
Un ascensore costato centinaia di migliaia di euro ma in funzione per soli dieci giorni. Accade a Lipari, dove la struttura che doveva permettere ad anziani e disabili di arrivare da via Garibaldi al castello per visitarlo risulta non funzionante da poco dopo la sua installazione, nel 1999. Oggi, dopo più di dieci anni, per rimetterlo in sesto servirebbero almeno 150mila euro, che il Comune non ha. A provocarne il deterioramento, secondo il parere degli esperti riportato dall’agenzia di stampa Ansa, sarebbe stato il microclima all’interno della fossa di 40 metri che avrebbe provocato la carbonatazione – cioè l’erosione a contatto con l’anidride carbonica – delle parti metalliche.
L’ascensore, voluto negli anni ’90 dall’assessorato regionale e dalla soprintendenza di Messina allora guidata dall’architetto Gesualdo Campo, è stato costruito da una ditta di Catania e costato 750mila euro. Ma si è fermato appena una decina di giorni dopo. La cabina è poi rientrata in funzione per poco tempo a metà degli anni 2000, per volontà dell’allora direttore del museo archeologico Riccardo Gullo. «Ma non ci si è mai messi d’accordo su chi dovesse pagarne le spese, se la Regione o il Comune – racconta Peppe Paino, giornalista di Lipari che ha seguito da vicino la vicenda – Anche l’esperimento di Gullo si chiuse perché servivano personale, come i custodi, e manutenzione».
Eppure la struttura, che oggi si presenta ormai arrugginita e tecnologicamente obsoleta, «era davvero un gran bell’ascensore ricavato dentro la roccaforte – continua il cronista del Giornale di Lipari – Che da un tunnel sotto il castello portava su direttamente al museo archeologico». Nascosto dietro le mura Cinquecentesche volute da Carlo V – da cui compare una cupola, punto d’arrivo della cabina – pare però avesse suscitato la preoccupazione di Lugi Bernabò Brea, storico direttore del museo di Lipari che oggi gli è stato intitolato, per l‘impatto estetico sul paesaggio. «Di certo era utile per i turisti disabili e anziani», conclude Paino. Adesso, la cabina arrugginita è quanto resta di quel servizio all’avanguardia. Come nel caso dell’ascensore di Sutera, a Caltanissetta, che avrebbe dovuto portare i turisti al santuario e convento di monte San Paolino. Costruito l’anno prima, è costato più del doppio del gemello di Lipari: due milioni di euro.