L’incendio a Cibali «sparito» dal catasto del Comune M5s sfida la giunta: «Censire in autonomia i terreni»

«Il mancato censimento dell’area Cibali non ci sembra più una semplice dimenticanza, forse c’è altro». Il gruppo consiliare catanese del Movimento 5 stelle ha apertamente lanciato il guanto di sfida all’amministrazione comunale sul caso che riguarda i terreni nella periferia ovest di Catania. Oltre 17 ettari che, un tempo, dovevano diventare il moderno Centro direzionale della città  e che invece, da decenni, rappresentano un buco di roccia e lotti incolti fra quartieri fittamente urbanizzati come Cibali e l’area di viale Mario Rapisardi. 

Sono due le vicende che portano però le sorti della zona all’attenzione della politica. Da un lato la variante urbanistica delle «tre torri» e di vari edifici in social housing da realizzare al posto del progetto degli anni Settanta; dall’altro, il grosso incendio di due anni fa, divampato in piena estate. A quell’episodio, come ricostruito nei mesi scorsi da MeridioNews, avrebbe dovuto seguire un adempimento burocratico con conseguenze non da poco: l’inserimento delle aree del Centro direzione nel catasto 2017 delle aree percorse da incendi. Documento che il Comune deve ancora approvare e che il Consiglio comunale etneo ha discusso durante l’ultima seduta. Aggiornare l’elenco con i terreni di Cibali significherebbe vincolarli «alla destinazione preesistente all’incendio per almeno quindici anni». Dunque stop alle costruzioni, come ribadito anche dalla deputata regionale M5s Gianina Ciancio e dal consigliere Graziano Bonaccorsi. I due hanno firmato delle interrogazioni per le assemblea di rispettiva appartenenza. 

«Nel catasto che il civico consesso stava per votare non c’è traccia dell’incendio – ricorda Bonaccorsi – e questo farebbe venire meno l’applicazione dei vincoli dei soprassuoli percorsi dal fuoco dettati dalla legge 353 del 2000». I 5 stelle hanno portato in aula anche un ulteriore elemento: la risposta del comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giuseppe Verme, sul verbale d’intervento redatto in quel 12 luglio 2017, il giorno del rogo. Il gruppo consiliare ha chiesto le carte, ma dai pompieri è arrivato un niet: «Il rapporto è vincolato dal segreto investigativo dettato da indagini in corso». Cinque gli emendamenti presentati dai grillini, alcuni giudicati tecnicamente inattuabili, uno solo recepito. 

In aula l’amministrazione, presente l’assessore Alessandro Porto, ha motivato l’esclusione da catasto dell’area Cibali facendo riferimento alle mappe regionali dei terreni percorsi dal suolo, ovvero il database del Servizio informativo forestale (Sif). «Il copia e incolla non può essere una giustificazione – ribatte Bonaccorsi – perché il Comune dovrebbe censire i terreni in autonomia, usare gli elenchi regionali è solo un’opportunità offerta dalla legge. Se quelle mappe sono incomplete, non è detto che l’amministrazione debba recepirle per forza». La caduta del numero legale, durante l’ultima seduta, ha comunque lasciato in sospeso il caso Cibali. La maggioranza non è riuscita a mettere ai voti il catasto e così la discussione si riaprirà al prossimo appuntamento consiliare.


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