L’illegalità protetta, il libro che racconta Rocco Chinnici Teresi: «È stato un vero pioniere dell’antimafia a Palermo»

«Dopo 26 anni ho sentito l’esigenza di riportare alla conoscenza questo testo, che ha sempre fatto parte della mia libreria». Un’esigenza che Donato Di Trapani non può ignorare. Parte attiva della fondazione Rocco Chinnici e nipote del giudice ucciso in via Pipitone Federico il 29 luglio ’83, ha raccontato i dettagli e il senso del libro L’illegalità protetta all’appuntamento di ieri pomeriggio alla biblioteca regionale. «Un testo che raccoglie i documenti, i discorsi tenuti ai convegni, il materiale interamente raccolto senza un’elaborazione dei giornalisti – prosegue -. La ripubblicazione è importante perché ci consegna un giudice unico, un giudice moderno, come lo ha chiamato mio zio Giovanni». La nuova edizione, edito da Glifo, raccoglie insomma i testi fondamentali e più rappresentativi del padre del pool antimafia, raccontando le sue intuizioni e la sua lungimiranza.

«Devo dire che i giovani, rispetto a quello che ero io dieci anni fa, oggi sono più consapevoli. Me ne sono reso conto portando io stesso il libro in giro anche per l’Italia – racconta ancora Di Trapani -. Penso che oggi manchi la figura di qualcuno che si rivolga a loro, andando al di là delle sterili narrazioni legate alle analisi e dei testi accademici, manca chi fa divulgazione. Si è diluita molto quell’epoca di giudici eroi e corleonesi stragisti, adesso c’è molto grigio e magari è più difficile da raccontare ma occorre farlo. Adesso le nuove generazioni anche grazie a questo libro, giunto già alla dodicesima presentazione, conosceranno la storia di mio nonno». Chinnici, originario di Misilmeri, era un profondo conoscitore della Sicilia. Entrato come uditore a Trapani, era stato per dodici anni prefetto di Partanna, riuscendo a conciliare incarichi di lavoro e famiglia.

«Prevale, tra le pagine del libro, l’aspetto umano e affettivo, e quel tratto di lui che mi ha aiutato forse più del resto, la sua capacità di infondere sicurezza e di trasmetterla a familiari e a amici. Insieme a questo – sottolinea Giovanni Chinnici, figlio del giudice – c’è la sua dedizione al lavoro e alla posizione personale e sociale. Passando al piano professionale posso dire che quella sua lungimiranza, che affondava le radici nella conoscenza della Sicilia, gli rendeva possibile interpretare il contesto in cui viveva. E poi era la sua indipendenza che gli permetteva di vedere le cose senza nessuna influenza politica». Chinnici fondò il pool nel 1980, chiamando al proprio fianco i giudici Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta, li scelse personalmente proprio nel momento in cui iniziò a capire i legami della mafia con quegli stessi ambienti politici dai quali riusciva a rimanere immune, distante.

«Mio padre – continua il figlio del giudice – individuò nei vertici istituzionali delle aree possibili di inquinamento. Nasce tutto da lì, da quell’attività svolta insieme ai magistrati. Sono stati anni difficili. Devo dire che con noi non parlava dei suoi processi, un po’ per proteggerci e un po’ per sua formazione personale. Penso che negli ultimi anni si sia sentito solo, e lo era. Il suo nuovo modo di intendere i processi, per cui era il magistrato a raccogliere gli elementi probatori e non solo la polizia giudiziaria, gli costò l’isolamento dei suoi colleghi». Isolamento che lo stesso Chinnici raccontò al Csm in un’audizione del febbraio 1982, durante la quale richiese non solo delle leggi specifiche per contrastare la mafia (il 416 bis che punisce l’associazione mafiosa entrerà in vigore solo dopo la morte del segretario provinciale del partito comunista Pio La Torre e l’uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa), ma anche un maggior numero di giudici in grado di occuparsi del fenomeno.

«Rocco Chinnici è pioniere dell’antimafia a Palermo – sottolinea Vittorio Teresi, procuratore aggiunto e fresco della nomina di presidente del Centro studi Paolo e Rita Borsellino -. Capisce soprattutto che quello è il momento per fare qualcosa di nuovo. Trova il coraggio di denunciare al Csm, malgrado l’atteggiamento indolente della magistratura, in qualche modo imposto dal codice. Io c’ero. Quasi tutti i magistrati stavano fermi in attesa che sulle loro scrivanie arrivassero i rapporti della polizia giudiziaria. A dispetto di una criminalità organizzata lui crea una magistratura organizzata». Ma Rocco Chinnici non è stato solo antimafia. Si spese molto, infatti, anche in una strenua campagna contro l’eroina, sullo sfondo di una Palermo anni ’80 dove i giovani che ci rimettevano la vita erano in tanti.

«Era preoccupato – conclude Teresi -, aveva ben capito che l’invio di tonnellate di droga in America e il contestuale arrivo di dollari aveva falsato il mercato in Sicilia. Il boom edilizio in quegli anni è stato figlio del grande traffico di stupefacenti. I mafiosi non si spaventavano di essere scoperti, perché tanto soldi e banche non venivano mai toccate. Mentre quei pochi costruttori che non erano mafiosi erano costretti a comprare il terreno destinato all’edilizia urbana a un certo prezzo, che poteva coprire solo ricorrendo al credito bancario con tassi altissimi. E questo è il motivo della guerra di mafia, lo spaccio era in mano alle famiglie palermitane dei Badalamenti, Gambino, Inzerillo, e quindi l’arrivo dei corleonesi in città è per un motivo strettamente economico». Questo era il quadro entro cui si muoveva il giudice Chinnici, un quadro intessuto di trame di illegalitá protetta.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]