Il presunto assassino di Giacinto Marzullo è il nipote Giuseppe Volpe. Il giovane si sarebbe presentato nella campagna dello zio insieme alla madre. I due adulti da tempo avevano conflitti in seguito a disguidi riguardanti l'eredità. Il gip non ha convalidato il fermo, ma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare
Licata, resta in carcere 19enne accusato di omicidio Per il medico legale vittima raggiunta da nove colpi
Giuseppe Volpe rimane in carcere. Nei confronti del 19enne di Licata accusato di avere ucciso a colpi di pistola lo zio Giacinto Marzullo al culmine di una lite, seguita all’ennesimo contrasto familiare, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che al contempo non ha convalidato il fermo che era stato deciso dalla procura nel momento in cui erano emerse evidenze sul coinvolgimento del ragazzo nel delitto. La motivazione del gip sta nel mancato pericolo di fuga del presunto omicida.
Volpe, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe agito con una pistola calibro 9, sorprendendo il 52enne mentre era in campagna in contrada Ritornella Margi, non lontano dalla rotonda da cui parte la strada per Mollarella. Insieme a lui ci sarebbe stata anche la madre. Sarebbe stata proprio quest’ultima che da tempo avrebbe avuto un cattivo rapporto con la vittima: Marzullo, infatti, pare accusasse la sorella di essersi accaparrata nel tempo del denaro del padre e di una zia, in passato accudita dalla donna.
Si è svolta ieri l’autopsia sul cadavere del 52enne. A eseguirla è stato il medico legale Carlo Cinque. Marzullo sarebbe stato raggiunto da nove colpi, mentre 14 sarebbero stati quelli esplosi da Volpe. Agli investigatori il 19enne avrebbe dichiarato di essere stato aggredito dalla vittima e di conseguenza di avere reagito sparando.