Librino, visita della presidente della Camera Boldrini «Nessun territorio è perso, le cose possono cambiare»

A Librino fa un caldo terribile, appiccicoso. Laura Boldrini raggiunge il campo di San Teodoro intorno alle undici. La presidente della Camera prosegue il suo viaggio nelle periferie delle grandi città italiane avviato circa un anno e mezzo fa. Qui a Catania i cosiddetti quartieri disagiati non mancano. E forse Librino li riassume tutti. Ad accogliere la terza carica dello Stato ci sono gli attivisti dei Briganti, promotori di molte attività giovanili. In particolare la squadra di rugby. La accompagnano prima all’interno della biblioteca popolare presente nella struttura, la Librineria. Poi sul campo di gioco, dove un manipolo di ragazzini corre dietro a una palla ovale. La presidente interrompe la partitella per parlare con loro. «Accidenti, si corre tanto», dice a una rugbista che sembra avere nove o dieci anni. Lei le regala un pallone e una maglietta anti-omofobia dei Briganti. La carovana di guardie del corpo e giornalisti si muove poi verso l’orto urbano. Ed è qui che Laura Boldrini rilascia qualche dichiarazione. Equilibrata, per via del ruolo istituzionale. Ma non risparmia qualche frecciata in codice ai politici coinvolti nell’inchiesta della procura di Palermo Mare mostrum

«I politici che partecipano alla corruzione – sibila Boldrini – sono ancora più colpevoli, perché dovrebbero essere all’altezza della fiducia ricevuta dai cittadini. Ma è anche responsabilità dei cittadini prendere le misure consequenziali. Pare che l’inchiesta sia nata proprio dalla denuncia di un funzionario che ha detto no a queste cose. Noi dobbiamo valorizzare chi alza la testa e non sta a questo gioco». Subito dopo esprime apprezzamento per l’operato nel quartiere dell’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata e dal presidente del comitato per la festa di Sant’Agata Francesco Marano. Il sindaco Enzo Bianco la incontrerà invece ai piedi dell’ex Palazzo di cemento, oggi torre Leone, seconda tappa della visita istituzionale. «Nessun territorio è perso – riprende Boldrini – non bisogna abituare i giovani alla rassegnazione. Le cose possono cambiare anche se ci sono tante difficoltà». 

La presidente della Camera mostra poi entusiasmo per l’organizzazione e la generosità dei Briganti. «Qui a Librino – dichiara – c’è una parte di società attiva, che si è rimboccata le maniche e ha fornito non soltanto servizi e attività, ma anche una visione del quartiere che chiama tutti a partecipare. Le istituzioni devono andare nelle periferie perché è qui che vive la gran parte delle persone, di solito i più giovani. Io sto facendo questo viaggio per mandare un messaggio chiaro e forte». La visita catanese proseguirà, come detto, alla torre Leone, un tempo roccaforte dello spaccio di droga, ora in via di ristrutturazione. Una volta ultimata, ospiterà alloggi popolari e uffici pubblici. Infine la presidente Boldrini andrà alla Masseria Moncada, sede dell’istituto comprensivo Fontanarossa, dove incontrerà altre associazioni assieme a insegnanti, studenti e cittadini nel corso di un’assemblea pubblica. 


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La terza carica dello Stato prosegue il suo viaggio nelle periferie disagiate facendo tappa nel popoloso quartiere di Catania. Tra un caffè alla biblioteca popolare dei Briganti e una frecciata in codice ai politici coinvolti nell'inchiesta Mare mostrum, c'è pure il tempo per giocare a rugby con i più piccoli. Guarda le foto

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