Nonostante lo sgombero, la struttura non è affatto abbandonata e resta il centro dello spaccio. Tra venerdì e ieri gli agenti hanno portato via dal palazzo sette chili di marijuana, un centinaio di stecche pronte per essere vendute e tre fucili, due da caccia uno a pompa con le matricola cancellate. Due uomini sono stati arrestati: Roverto Scaffidi e Marcello Gangi, abitante in uno stabile in viale Castagnola dal quale, all'arrivo della polizia, è stato lanciato un sacco di plastica pieno di dosi di cocaina e marijuana
Librino, maxi blitz al palazzo di cemento Sequestro di droga e armi e due arresti
È stato sgomberato nel 2011 e chiuso da allora, ma il palazzo di cemento lo storico edificio comunale simbolo della criminalità organizzata e dello spaccio a Librino non cessa di essere la base degli spacciatori del quartiere e il nascondiglio di droga e armi. Le forze dell’ordine, dopo il blitz dello scorso marzo, negli ultimi due giorni sono tornate dentro la struttura sequestrando sette chili di marijuana, un centinaio di stecche pronte per essere vendute, carta stagnola per preparare le dosi e tre fucili, due da caccia e uno a pompa e cartucce.
Gli agenti hanno anche arrestato due uomini: Roberto Scaffidi, 29 anni, sorpreso nei pressi del palazzo con 45 grammi di marijuana pronta per la vendita, e Marcello Gangi, 51 anni, in viale Castagnola. La sua abitazione era utilizzata per il confezionamento dello droga. Da una delle finestre del palazzo, allarrivo della polizia, è stato lanciato un sacchetto di plastica, contenente circa 500 grammi di marijuana e ventiquattro involucri termosaldati di cocaina. Al momento dell’irruzione della polizia, una persona ha anche abbandonato settanta stecchette di marijuana, facendo perdere le sue tracce tra gli appartamenti.
La zona, gestita dalla famiglia Arena, non cessa quindi di essere il fulcro dell’illegalità nel quartiere. Il palazzo di cemento, nonostante lo sgombero degli occupanti abusivi e i lavori eseguiti subito dopo, resta accessibile, anche se in precarie condizioni strutturali e le richieste di messa in sicurezza fatte dai residenti restano ancora senza risposta.