I soldi del reddito di cittadinanza per riuscire a coprire le spese d’incisione del primo album. È questa la ricostruzione della polizia etnea dopo l’ultimo controllo effettuato nel quartiere Librino. Sotto la lente d’ingrandimento è finita la cantante neomelodica Agata Arena. Volto in ascesa nel panorama musicale locale grazie ad alcune canzoni pubblicate recentemente. Il prossimo passo dovrebbe essere proprio l’uscita del cd d’esordio, annunciato per i primi giorni di novembre grazie a decine di cartelloni pubblicitari affissi lungo i vialoni del quartiere periferico.
Ed è proprio grazie ai manifesti della cantante, nipote dello storico capomafia Giovanni Arena, che i poliziotti sono arrivati a un minimarket del viale San Teodoro. L’attività commerciale è risultata del tutto abusiva, in quanto allestita all’interno di un immobile del Comune di Catania. Fuori legge, stando alla ricostruzione delle forze dell’ordine, anche i manifesti che vi erano stati appesi.
All’interno del piccolo supermercato gli agenti hanno trovato tre lavoratori, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare, che all’Inps avevano attestato di essere disoccupati. E per una di loro – a quanto pare proprio la cantante Arena – grazie alla mancanza di lavoro si sono aperte le porte per ottenere il reddito di cittadinanza. Percepito, a partire da luglio, per una durata di 18 mesi con un ammontare di circa 700 euro. La cantante, davanti agli agenti, ha ammesso di avere investito circa 3000 euro per incidere quattro canzoni, prodotte dalla casa discografica Sea Musica. I soldi del reddito le sarebbero serviti per proseguire nel lavoro musicale, proprio con l’obiettivo di incidere l’album completo. Lo stesso che dai cartelloni pubblicitari viene annunciato in uscita per i primi giorni di novembre.
Per la cantante adesso l’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato. Intanto l’Inps le ha bloccato il sussidio, chiedendo indietro anche le due mensilità già percepite per un totale di circa 1400 euro. L’ultimo brano pubblicato da Arena è stato Quartiere Librino 2, seguito del brano Quartiere Librino. Nel videoclip di quest’ultimo, ambientato proprio in un palazzone di viale San Teodoro, apparivano in bella mostra pistole, manette e la scena di un arresto.
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