Liberazione, Gammazita tra reading e laboratori «La gente sente l’esigenza di scendere in piazza»

Centinaia di fiori rossi del partigiano e letture su resistenza e libertà per lasciare a tutti un ricordo della giornata della Liberazione. Sono stati realizzati a mano dai volontari dell’associazione culturale Gammazita che, durante il corteo del 25 aprile partito da piazza Stesicoro e approdato in piazza Manganelli, li hanno distribuiti a famiglie e ragazzi scesi in campo per ricordare uomini e donne che 72 anni fa hanno lottato per liberare il Paese dalla dittatura.

«C’erano un sacco di bambini con i genitori e in generale è stato più partecipato degli altri anni – commenta Francesca – forse perché si sente di più l’esigenza di scendere in piazza per poter esprimere la propria opinione insieme, soprattutto oggi che tutto si riduce al mondo del web». «È bello – aggiunge Veronica – il fatto che molti abbiano scelto di rimanere in città per celebrare quella che non è una semplice festa, ma una vera e propria manifestazione ancora molto sentita dai cittadini e da tante realtà che si stanno muovendo per invogliare le persone a rendersi partecipi in maniera attiva».

La volontaria parla mentre è in corso il pranzo all’aperto allestito nella sede dell’associazione, in piazza Federico di Svevia, dove sorge il Castello Ursino, e dove il gruppo si muove ormai da quattro anni per una riqualificazione urbana dal basso, oltre che per offrire uno svago ai tanti bambini del quartiere. E proprio per questo scopo sono state pensate anche le attività proposte per la giornata della resistenza.

Si inizia subito dopo pranzo con un reading teatrale a cura delle attrici Alice Ferlito e Marzia Ciulla, accompagnate dai musicisti Pasqualino Cacciola, Roberto Fuzio e Marta Famoso, con l’intervento dei ragazzi della scuola di tamburelli del Midulla, il centro polifunzionale di San Cristoforo restituito da più di cento giorni al quartiere. Nel pomeriggio si continua con il laboratorio sulla resistenza spiegato ai bambini, tenuto da una delle componenti dell’associazione, che aiuterà i partecipanti a realizzare un quaderno con una parte dedicata alla dittatura prepotente e una, per l’appunto, sulla resistenza. «Alle armi del dittatore – spiega la ragazza – si contrappone la popolazione stanca che si mobilita con le biciclette e con la radio, l’unico mezzo che ha a disposizione e da cui apprende della liberazione».

Una parte del laboratorio sarà dedicata alla figura di Graziella Giuffrida, partigiana di San Cristoforo morta a 21 anni per combattere. «Oltre ad essere attiva nel sociale era una maestrina e vogliamo far emergere il fatto che in molti si mobilitarono per la propria libertà».

In programma anche un incontro curato dalla casa editrice indipendente milanese Edizioni Rapporti Sociali, che dal 1983 lavora per il recupero della letteratura partigiana e legata alla lotta operaia e che si occuperà della lettura di alcuni passi tratti dall’autobiografia della partigiana Teresa Noce. Spazio infine anche alla musica con il ritmo dei Love Wins Band e dei Babil On Suite e il dj-set di Claudia Fichera e Miss Cat-Clap


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo