Ieri il numero uno della Procura di Caltanissetta ha aperto la busta contenente la lettera minatoria in cui ci sarebbe un riferimento all'indagine su Montante. La missiva sarebbe arrivata lo stesso giorno di quella fatta recapitare all'Ars indirizzata al presidente dell'Antimafia regionale
Lettera con proiettile al procuratore Bertone Stesso calibro di quello inviato a Claudio Fava
Una busta con un proiettile è stata recapitata al procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone. Ne dà notizia Repubblica Palermo. Secondo quanto appreso da MeridioNews si tratta di un proiettile dello stesso calibro, 7.65, di quello recapitato nei giorni scorsi al presidente della commissione Antimafia Claudio Fava. «Andiamo avanti», sono le uniche parole rilasciato dal magistrato.
Bertone, catanese di nascita, dirige la Procura nissena dal giugno del 2016 e conduce l’indagine probabilmente più importante attualmente in Sicilia, quella su Antonello Montante, i suoi rapporti con esponenti di Cosa Nostra di Serradifalco, e la rete di corruzione costruita dall’ex numero uno di Confindustria regionale. Sempre Bertone ha guidato l’ultima parte delle indagini sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio.
Il procuratore ha aperto la lettera ieri, quando è rientrato a Caltanissetta dopo alcuni giorni di trasferta. Ma secondo le prime ricostruzioni, le minacce sarebbero arrivate negli ufficio della Procura nissena venerdì scorso. Cioè lo stesso giorno in cui è stata fatta pervenire all’Assemblea regionale siciliana la lettera contenente il proiettile 7.65 indirizzata a Fava, poi aperta lunedì. In quest’ultimo caso non c’era altro contenuto. Nella busta diretta a Bertone, invece, ci sarebbe invece un riferimento proprio all’indagine su Montante. Sul caso indaga la Procura di Catania che ha competenza su vicende riguardanti magistrati di Caltanissetta.
«Al procuratore Bertone – commenta Fava – abbiamo espresso la nostra stima e la nostra solidarietà. È chiaro che in Sicilia c’è un clima ostile contro chi tocca i nervi scoperti del sistema di potere e delle sue collusioni mafiose. E questo ci preoccupa molto». La commissione regionale antimafia in queste settimane sta svolgendo delle audizioni sia sulla vicenda Montante che sul depistaggio per la strage di via D’Amelio.