L’Etna diventa parco ciclistico, mappate sei salite «Siamo andati in fuga, ora le istituzioni ci seguano»

«Noi siamo andati in fuga, adesso le istituzioni ci devono venire dietro». Ci voleva un umbro-toscano per dare una risposta a una domanda che sull’Etna era presente da tempo, eppure rimasta sempre inevasa. Paolo Alberati, ex ciclista professionista, è l’ideatore del parco ciclistico dell’Etna: sei salite al vulcano mappate sia grazie alla segnaletica sulle strade, sia su un sito appositamente dedicato, dove gli appassionati che vengono in Sicilia per affrontare l’Etna in bici trovano tutte le informazioni che servono. Dove dormire, come noleggiare una bici, quali strade percorrere. 

«Dal 2002 ho iniziato a passare in Sicilia un mese all’anno per allenarmi – racconta l’ex ciclista umbro-toscano che oggi ha presentato ufficialmente il progetto nella sede del parco dell’Etna a Nicolosi, approfittando dell’imminente partenza del Giro di Sicilia – poi ci sono rimasto per amore. In quegli anni, chi doveva allenarsi in quota d’inverno sceglieva sempre le Canarie dove c’è un vulcano molto noto. A poco a poco, soprattutto dopo l’arrivo del Giro d’Italia del 2011, molti ex colleghi e molte squadre hanno cominciato a chiamarmi per chiedere consigli per passare un periodo sull’Etna. Allora ho pensato: perché disegnare una mappa su una cartina e basta? Da lì è partito tutto». 

Oggi chi sale sul vulcano da ben sei versanti trova la segnaletica del parco ciclistico che, oltre a dare le informazioni sulle caratteristiche delle ascese, invita a prestare attenzione e a rispettare la presenza dei ciclisti. Il primo versante è quello del Giro d’Italia 2018, da Ragalna a Piano Vetore (14 chilometri). Il secondo va da Nicolosi a Rifugio Sapienza (18 chilometri) intitolato ad Alberto Contador che qui vinse al Giro 2011. Sabato il Giro di Sicilia si concluderà proprio qui. Il terzo versante, da Pedara a Rifugio Sapienza, è stato percorso dal Giro 2017 e per questo è dedicato all’olandese Tom Dumoulin, vincitore di quell’edizione della corsa rosa. Per gli addetti ai lavori è questa l’ascesa più impegnativa. Poi c’è il versante Zafferana-Rifugio Sapienza dedicato a Vincenzo  Nibali perché guarda verso Messina. Quinto versante è quello da Fornazzo, frazione di Milo, al Rifugio Vitelli, dedicato a Coppi e Bartali. Infine il versante da Linguaglossa a Piano Provenzana dedicato al tema salva ciclisti, e in particolare al compianto Michele Scarponi e a due giovani che hanno perso la vita sulla strada: il messinese Rosario Costa e Tommaso Cavorso.

«Uno strumento – spiega Alberati – utile anche a tour operator, agenzie di viaggi e operatori del territorio come i noleggiatori e le guide di mountain bike. Ho pensato ai miei figli: è vero, in Sicilia manca il lavoro ma bisogna saperlo inventare». Il tutto è stato realizzato grazie a sponsor privati e il sostegno dal punto di vista autorizzativo del parco dell’Etna, con una spesa complessiva di settemila euro. Molto però resta ancora da fare. «Tanti ciclisti hanno chiesto di rimanere a dormire in quota dopo il Giro di Sicilia – continua Alberati – ma non ci sono abbastanza strutture nonostante sia bassa stagione». E proprio i gestori delle poche attività ricettive esistenti al Rifugio Sapienza, presenti all’evento di presentazione, lamentano che «il ruolo delle istituzioni sembra essere solo quello di metterci i bastoni tra le ruote». 

Ad ascoltarli, in prima fila, ci sono l’ex assessore al turismo Anthony Barbagallo, oggi delegato Rcs in Sicilia, e Daniela Lo Cascio in rappresentanza dell’assessorato regionale al Turismo che si sta occupando di mappare i sentieri presenti sull’Etna per passeggiate a cavallo o in mountain bike. Scenario che, però, si scontra con il degrado e l’abbandono di rifiuti ancora troppo presente all’interno del parco. «Serve cambiare mentalità, serve puntare sui giovani», sottolinea Barbagallo che poi guarda ai prossimi due anni, quando in Sicilia tornerà il Giro d’Italia. Che ruolo avrà l’Etna nella corsa rosa 2020 e 2021? «A me – precisa – piace portare alla ribalta salite nuove, come quella da Zafferana o quella che arriva al Citelli. Ma dobbiamo tenere in conto che nel 2020 saremo nella prima settimana del Giro e nel 2021 la partenza sarà proprio dalla Sicilia ed è difficile convincere gli organizzatori a inserire troppe salite nei primi giorni della corsa».

Salvo Catalano

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