Leoluca Orlando: “Fausto Raciti? Candidato dei vecchi apparati del PD”

CRESCONO A VISTA D’OCCHIO I MALUMORI VERSO IL PERSONAGGIO CHE LA VECCHIA E LOGORA NOMENKLATURA DEL PD SICILIANO HA ‘PARACADUTATO’ NELL’ISOLA. ANCHE IL SINDACO DI PALERMO PRENDE LE DISTANZE DAL CANDIDATO DI CRACOLICI, LUMIA, CROCETTA, FARAONE E CRISAFULLI ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO DELL’ISOLA

La candidatura di Fausto Raciti alla segreteria regionale del PD siciliano continua a suscitare malumori. Ormai, in quasi tutta l’Isola viene valutata per quella che è: una candidatura imposta dai personaggi del PD che, per quattro anni hanno condannato questo Partito all’alleanza con il Governo di Raffaele Lombardo. Insomma, un candidato, Raciti, appoggiato dai vecchi e ormai logorati apparati in accoppiata con i trasformisti della corrente renziana siciliana.

Un bel ‘fritto misto’ a base di Antonello Cracolici, Mirello Crisafulli, Davide Faraone, Giuseppe Lumia, Rosario Crocetta e via continuando. Stupisce che Crisafulli – che è sempre stato contro questi suoi compagni di Partito – si sia unito a questa allegra brigata. Il grande Mirello, da parte sua, si giustifica dicendo che Raciti è un candidato della sua corrente – i cuperliani – e che tutti gli altri si sono accodati.

Sarà. Ma la candidatura di Raciti continua a non convincere. Anche Leoluca Orlando è sceso un campo per commentare i fatti interni al PD siciliano. Lo fa in un comunicato nel quale parla insieme con Fabio Giambrone, rappresentante del Mov 139.

Dicono Orlando e Giambrone: “Le primarie con l’elezione di Matteo Renzi a segretario del PD e leader di un campo largo alternativo alle caste in Sicilia sono state archiviate con l’invito esplicito del candidato Raciti che ha chiesto di partecipare alle primarie del 16 soltanto a coloro che hanno votato PD. Una dichiarazione certamente coerente per un candidato paracadutato in Sicilia e imposto da apparati, desiderosi di perdere ancora una volta elezioni pur di non perdere ruoli e apparati”. 

Quindi la ‘botta’ finale: “Cosa ne pensa Matteo Renzi scelto con primarie aperte e non di soli iscritti ed elettori PD? Renzi lo sa tutto questo?”.

Il riferimento di Orlando e Giambrone è alla paura degli apparati del PD siciliano, che temono che Raciti non superi il 50 per cento al primo turno. I vari Cracolici, Lumia, Faraone, mettendo dentro il ‘Correntone’ del PD siciliano del quale Crisafulli è autorevole esponente, pensano di essersi messo ‘il porco dentro’. In effetti, a Enna e dintorni Mirello imporrà Raciti.

Il problema è che nelle altre otto province dell’Isola monta giorno dopo giorno il dissenso verso Cracolici, Lumia, Crocetta e anche verso lo stesso Faraone. Quest’ultimo si presentava come alternativo ai dirigenti siciliani del PD compromessi prima con Lombardo e adesso con Crocetta. Poi, però, per convenienza personale si è alleato con la vecchia guardia consociativa del PD. Da qui il dissenso di tanti renziani siciliani che si sentono traditi dal trasformismo di Faraone.

I timore è che la base del PD, il 16 febbraio, si ricordi dei quattro anni in cui, ripetutamente, hanno chiesto il referendum interno al Partito per stabilire se stare o no con il Governo Lombardo: referendum sempre ‘stoppato’ da Cracolici e Lumia.

Non solo. Le elezioni amministrative hanno lasciato il segno. Con il Megafono di Crocetta e Lumia che ha fatto perdere Sindaci, consiglieri comunali, voti e ruoli a tanti dirigenti del PD, lasciando l’amaro in bocca a tanti elettori di questo Partito. Per questi iscritti e militanti del PD votare adesso il candidato di Crocetta e Lumia, cioè dei due che hanno fatto perdere consensi al PD è veramente difficile.

Questo rafforza le candidature di Giuseppe Lupo e di Antonella Monastra. Da qui il tentativo, piuttosto goffo, di non montare i gazebi. Per fare votare solo nelle sedi del Partito. Operazione che sarebbe piaciuta alla vecchia guardia del vecchio e ormai sputtanato PD siciliano. Ma che è fallita miseramente.

Ed è proprio su questo goffo tentativo – fallito – di ridurre il numero degli elettori che puntano il dito Orlando e Giambrone. Della serie: cari Cracolici, Lumia, Faraone, Crocetta e compagnia bella: vi sarebbe piaciuta un’elezione del segretario regionale del PD fatta tra quattro amici, vostri, naturalmente. Invece, tiè…

Raciti, da parte sua, accusa il colpo. E abbozza una replica: “Leoluca Orlando – dice il candidato dei vecchi apparati del PD siciliano – ha intenzione di votare alle primarie del 16 febbraio? Siamo contenti, evidentemente il Sindaco di Palermo aderisce al progetto del Partito Democratico, altrimenti saremmo di fronte ad una ingerenza nei confronti di una forza politica che non è la sua”.

Anche Antonello Cracolici, indiscusso protagonista di tutti gli ‘inciuci’ trasformisti del PD siciliano degli ultimi cinque anni, toccato nel vivo da Orlando e Giambrone, reagisce: “Sono allibito – dice Cracolici all’Adnkronos -. Ritenere che fare un appello agli elettori di un partito e non a quelli che votano un altro partito, sia un fatto di privazioni delle libertà democratiche è una concezione singolare che si ha della libertà. Più che libertà somiglia al trasformismo, questa concezione. Per cui tutti possono fare tutto. Io non vado a votare candidati di altri partito, io voto PD”.

Ovviamente, Cracolici dimentica che, nella primavera del 2012, furono in tanti, non iscritti al Partito Democratico, che andarono a votare – alle primarie del PD per la designazione del candidato a Sindaco di Palermo per il centrosinistra – per Fabrizio Ferrandelli contro Rita Borsellino.

Allora, pur di ‘impiombare’ Rita Borsellino, che non ne voleva sapere di appoggiare il papocchio PD-Governo Lombardo, si mobilitarono personaggi che nulla avevano a che spartire con il PD e con il centrosinistra. Tant’è vero che quelle primarie registrarono oltre 10 mila elettori elettori in più rispetto alle precedenti primarie del centrosinistra di Palermo.

Allora Cracolici e compagni non si preoccuparono del ‘trasformismo’. Oggi, invece, i vecchi protagonisti dei vecchi apparati ricercano la ‘purezza’. Certo che ci vuole una bella faccia tosta per dire certe cose dopo essere stati protagonisti di tante scorrettezze.      


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